CHI ERA DAVIDE
Solo un primo atto. Struggente, devastante, dolorosissimo. Il primo tempo del saluto a Davide Astori si consuma tra il Franchi, dove Andrea Della Valle torna ad omaggiare la memoria del capitano osservando in silenzio le cancellate ricoperte di sciarpe, e Coverciano dove un fiume di gente silenziosa si mette ordinatamente in coda.
E con loro praticamente tutto il mondo del calcio, senza distinzioni, fino a Diego Della Valle commosso. Ex compagni, amici, avversari, tutti incapaci di trattenere lacrime e dolore per la scomparsa di un uomo che aveva saputo farsi apprezzare per le qualità umane ancor prima di quelle calcistiche. Una lista sconfinata, di presenti e di coloro che hanno speso un pensiero o mandato un messaggio come Chiellini nel dopo gara di Wembley.
Belotti, De Rossi e Florenzi (quest'ulimi giocheranno venerdì), solo per citare alcuni calciatori, dirigenti come Sabatini e poi ancora ex viola come Ljajic, De Silvestri, Montolivo, Jovetic oltre alle parole arrivate da chi stasera giocherà in Europa League come farà Immobile o dall'altra parte dell'oceano come nel caso di Batistuta. Una minima parte dei tantissimi nomi noti del pallone e non. Senza contare tutti coloro che anche oggi si presenteranno in città per i funerali.
Ma che Davide Astori fosse una persona speciale l'avevano capito tutti, colleghi, addetti ai lavori ma soprattutto i tifosi in primis che in lui avevano constatato la leadership del capitano, trovando la scelta di affidargli la fascia come la più logica. Calorosi o meno, distaccati o appassionati, pro o contro società, ieri c'erano tutti a porgere un ultimo saluto al capitano, nel silenzio surreale del centro tecnico.
Ieri si sono tutti messi in fila per un ultimo omaggio nella camera ardente di Coverciano, oggi faranno lo stesso che si tratti dello stadio o di Santa Croce, mentre in vista di domenica è già previsto un afflusso record in uno stadio che già prepara la coreografia. Una valanga d'affetto e di dolore che la dice lunghissima su chi era Davide Astori.