CHI FA IL CAUDILLO? PALLADINO IN CERCA DEL LEADER DIFENSIVO
Non c’era bisogno della rassegna stampa mattutina per immaginarsi quali fossero i giudizi del giorno dopo. Non ha convinto la Fiorentina di ieri sera, quando sono serviti 65 minuti per stappare la partita contro i New Saints, primo avversario gallese della storia viola. Tutto è bene quel che finisce bene, i tre punti sono arrivati e il risultato finale rimane sempre in cima agli aspetti che si prendono in esame nel mondo del calcio, dove si è giudicati in primis da questo punto di vista.
Non è stata la prestazione attesa
Detto questo, la prestazione è andata tutt’altro che nella direzione sperata e anche i quotidiani di oggi non hanno perso occasione per evidenziare le note stonate della gara di ieri, da macro-argomenti come interi reparti a bocciature di alcuni singoli. Viene in mente uno dei numerosi temi di dibattito di questo avvio di stagione: la difesa. Coi New Saints - gara dove i viola hanno comunque rischiato pochissimo - ha debuttato Moreno, pizzicato da diversi giornali oggi in edicola dopo alcune sbavature intraviste ieri, se pur non possa chiaramente bastare una sola partita per giudicare un calciatore proveniente dall’altra parte del mondo. Eppure, in questo mese e mezzo di stagione, per larghi tratti le discussioni sui centrali di Palladino hanno tenuto banco a Firenze. Dalle sviste di un Pongracic chiamato a sostituire Milenkovic ai reiterati errori in marcatura di Ranieri, passando per le amnesie palesate alle volte da Martinez Quarta. In mezzo c’è stato qualche elogio alla crescita di Comuzzo che, però, rimane pur sempre un ragazzo di belle speranze che gode del sano diritto del giovane di commettere qualche ingenuità, come accaduto a Felcsut nell’espulsione al ritorno dei playoff europei.
Chi fa il leader?
A corredo di tutto ciò, sorge spontaneo un dubbio: in una Fiorentina che, come dichiarato da Palladino, vuol essere camaleontica e non integralista, volendo giocare sia a tre che a quattro, chi recita la parte del leader? Quello che in Argentina chiamano storicamente Caudillo, quello che guida i compagni di reparto, la squadra di Palladino ce l’ha oppure no? È una domanda che è riecheggiata spesso in un mese e mezzo di partite, a maggior ragione nel disquisire di una formazione che vuole imporsi con una retroguardia a tre, dove il perno centrale ricopre un ruolo d'importanza ancora più rimarcata. Come sempre il tempo e il campo daranno le risposte, e per questa urge il momento di arrivare.