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CHI L'HA VISTO?

di Giulio Incagli

“Le potenzialità ci sono ma se si applicasse di più...”. Avrebbero dovuto imporre il copyright alla professoressa di matematica, latino o qualsivoglia disciplina che, agli albori dell’istituzione scolastica, coniò questa nefasta frase. Un concetto semplice, banale e il più delle volte anche superficiale, ma che qualsiasi padre di famiglia o madre indaffarata si è sentito rinfacciare almeno una volta nella vita. Per Marko Marin, talento tedesco arrivato in estate in riva all’Arno, questo rischia però di diventare un motto ormai emblematico della sua carriera.

Brevilineo, micidiale nell’uno contro uno, rapido e abile negli inserimenti senza palla. Insieme a Marco Reus e Mesut Özil il talento più fulgido della generazione di fenomeni della Germania post Sud Africa. Uno su cui il Chelsea Campione d’Europa aveva deciso di puntare forte per affermarsi anche in Premier. Uno in grado di toccare corde così speciali, da smuovere addirittura campagne ufficiali contro la sua partenza dall'Andalusia (LEGGI QUI). Insomma, ci siamo intesi.

Il lento ambientamento in Inghilterra. Gli infortuni, la sfortuna e l’arrivo di Mou. Nuova linfa a Siviglia, la vittoria nella finale di Europa League e ancora infortuni. Dall’addio al Werder da talento di livello internazionale, agli zero minuti in Serie A dopo 16 giornate, il salto è breve. Il 18 agosto Marin è sbarcato a Firenze, carico di aspettative ma con i postumi di un infortunio subito durante la finale di Europa League con il Benfica. Ci sono voluti più di due mesi per renderlo arruolabile e il 23 ottobre Montella lo ha schierato a partita in corso contro il PAOK. Un inizio convincente, confermato poi dalla splendida prestazione di Guingamp, coronata anche dal primo gol in maglia viola dopo soli 8 minuti.

Di lì in poi, un’altra apparizione in Europa League nella passerella con la Dinamo Minsk e zero minuti in Serie A. Sì, il “Messi di Germania”, così lo avevano soprannominato ai tempi del Werder, è ancora in attesa di fare il suo debutto in campionato. I motivi sono ai più sconosciuti, e c’è addirittura chi ha avanzato l'ipotesi che a Montella il tedesco non piaccia. Come dimostrato con Mario Gomez, per fortuna, Firenze e la Fiorentina non difettano in quanto a pazienza e sensibilità, dunque, in attesa di vederlo finalmente all’opera in Serie A, l’unico giudizio avanzabile al momento, con tutta l’ironia e il sarcasmo che la situazione suggerisce, resta il più classico dei: “Le qualità ce le avrebbe, ma se solo si applicasse…”.