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CHI SCAPPA E CHI LOTTA: CAPITANI A CONFRONTO

di Luciana Magistrato

Fiorentina-Inter, mai come questa volta sarà la partita dei capitani. Quelli che non ci sono (chi per infortunio, chi per punizione), quelli silenziosi che parlano con i fatti e quelli che, infine, combattono anche contro i pregiudizi. Non sarà la partita di German Pezzella, capitano coraggioso rimasto in campo anche con un ginocchio fuori uso, che si è dovuto arrendere al dolore ma che si è rimboccato le maniche fin dal primo giorno per rientrare al più presto. Non sarà neanche la partita di Mauro Icardi, almeno questo è il segnale che arriva. La società gli ha tolto la fascia, e questo non si augura neanche al peggior nemico. Grida vendetta ancora la fascia tolta da Corvino e Mihajlovic a Montolivo che non rinnovava per metterla sul braccio del suo compagno di camera (in ritiro a Cortina) Gamberini e di sicuro deligittimare così un giocatore agli occhi dello spogliatoio è sempre un fatto grave ed anche brutto.

E nel caso di Icardi la delegittimazione è ancora più evidente perché è stata fatta durante la stagione e ad opera dello stesso spogliatoio dopo le parole della moglie-agente in tv: non è dunque così facile tornare indietro, soprattutto quando la stessa Wanda Nara rende la vicenda una telenovela a favore di telecamera, con tanto di lacrime di rabbia e non certo di pentimento. "Mauro non tornerà più in campo se non con la fascia" non è certo frase distensiva e a cinque giorni dalla gara non è facile ricomporre il tutto, soprattutto alla luce del fatto che la squadra senza di lui vince, quasi in un moto di orgoglio, perciò nessuno è indispensabile. Domani però il giocatore - che per ora si limita a fare fisioterapie da solo - sosterrà le visite mediche e capiremo se ci sono margini per rientrare già a Firenze.

Poi c'è Samir Handanovic che con le sue parate e una vita lontano dai riflettori (in tanti anni in cui si è dimostrato uno dei portieri più forti della serie A ha preteso solo il preparatore di fiducia e poco altro) si è guadagnato la fascia che porta giustamente con orgoglio. Lo stesso orgoglio che dimostra Federico Chiesa. Firenze in queste ore si sta stringendo intorno a lui per far quadrato di fronte alla cattiveria di chi, per frustrazione verso gli arbitri e la tecnologia moderna, gli vuole gettare fango addosso anche quando non ha fatto nulla come domenica scorsa. Un gioco a far male ad un talento vero iniziato da Gasperini a settembre (che mercoledì prossimo - nella semifinale di Coppa Italia -di sicuro si prenderà anche qualche fischio al Franchi per questo motivo) e proseguito domenica dal presidente della Spal. Un gioco al quale la Fiorentina dovrebbe rispondere con una bella querela  per pretendere rispetto e correttezza dai tesserati avversari ma dal quale il giocatore viola si sottrae con serenità e semplicità, concentrandosi sul valore di quella fascia che non tutti sanno capire.