CHI SI ADATTA NON VA IN PANCHINA: DODÔ, RANIERI, SOTTIL E BELTRÁN GLI UNICI TITOLARI REDUCI DELLA GESTIONE ITALIANO
Con la vicenda Bove conclusasi nel migliore dei modi, oggi pomeriggio il numero 4 viola ha anche fatto visita ai suoi compagni al Viola Park, accolto da un grande applauso. Una nuova questione, però, tiene banco in casa Fiorentina: il caso Biraghi. L’esclusione del capitano viola dal match contro il Torino ha fatto rumore, così come le parole del suo tecnico Raffaele Palladino e del suo agente, che a FirenzeViola.it ha anche annunciato il suo futuro addio insieme a Parisi a gennaio. Eppure, la musica per Biraghi fino a qualche mese fa suonava in maniera del tutto differente, quando sulla panchina viola sedeva il prossimo avversario in campionato, Vincenzo Italiano. Il caso del terzino capitano non è però l’unico. Facendo un bilancio, domani, nella sfida contro il suo passato, Italiano troverà una Fiorentina che di suo ha ben poco, sia negli interpreti sia nel modo di gestire la partita. Chi sono, dunque, questi interpreti che nell’11 titolare hanno saputo adattarsi alle nuove idee di Palladino?
Le conferme non sono molte. Nell’11 tipo della Fiorentina dell’ex tecnico del Monza, fin da subito non ci sono stati sconti per nessuno: Palladino ha preferito i “suoi” uomini arrivati dal mercato, lasciando in panchina anche veterani come M. Quarta e Biraghi. In natura sopravvive chi si adatta, e a riuscirci in questa nuova Fiorentina sono stati soprattutto due giocatori: Dodô e Ranieri. Con Italiano, entrambi erano elementi che spesso facevano parte delle rotazioni; ora, invece, con Palladino, hanno trovato stabilità, non lasciando praticamente mai la maglia da titolare.
Chi si è adattato gradualmente ma ha trovato stabilità sono Sottil e Beltrán. Il primo è spesso diventato un’arma a partita in corso, ricoprendo il ruolo di Bove sulla sinistra per aiutare nelle ripartenze. Dopo quanto accaduto all’ex Roma, Sottil è sempre più destinato a partire dall’inizio, anche se la sua presenza in campo rende la Fiorentina forse più sbilanciata. L’argentino, invece, dopo alcune occasioni iniziali non sfruttate come vice Kean, ha sostituito degnamente Gudmundsson negli ultimi due mesi, diventando un titolare inamovibile. Ora la “patata bollente” è nelle mani di Palladino, che con il rientro dell’islandese dovrà fare una scelta.
Non tutti, dunque, sono riusciti ad adattarsi, e non tutti ci sono riusciti dall’inizio. Tuttavia, c’è chi è rimasto costantemente tra i titolari di questa squadra, ottenendo persino miglioramenti rispetto alla passata stagione e che domani a Bologna sfideranno il proprio passato in memoria di una Fiorentina che fu.