CHIESA, I DV E IL PESO DELLA STORIA: FIRENZE ORA ASPETTA UN NUOVO "NO"
Alcune volte basterebbe rileggere la propria storia per dare un segnale forte e chiaro. A se stessi e soprattutto all’ambiente. La telenovela legata a Federico Chiesa si è improvvisamente riaccesa dopo qualche giorno di quiete e a dare fuoco alla miccia ci ha pensato Stefano Pioli con parole che tradiscono incertezza. Sì, il mister, proprio la persona che più di tutte, in questi primi giorni di mercato, va alla ricerca di garanzie nella costruzione della Fiorentina che verrà. Ecco perché, nonostante le rassicurazioni date da Pantaleo Corvino poche settimane fa a Napoli su Chiesa (“In attacco Federico è un punto fermo”) e dell’esterno stesso direttamente dal ritiro della Nazionale (“Mi auguro di crescere con la maglia viola: sono contento del contratto che ho”), sarebbe auspicabile un intervento deciso da parte della proprietà per mettere fine a qualsiasi illazione. Ammesso che in fondo ce ne sia la volontà.
In passato la famiglia Della Valle, del resto, ha fatto spesso capire quanto un “no” sia molto più importante di una risposta affermativa. Almeno fino a pochi anni fa, dalle parti di Casette d’Ete funzionava così. Chiedere per informazioni a Toni, convinto a restare un anno in più a Firenze con l’obiettivo di centrare una salvezza post-calciopoli che sembrava disperata. Domandatelo a Mutu, promesso sposo alla Roma ma poi trattenuto all’ultima curva prima di Trigoria. Oppure a Jovetic e Ljajic, blanditi dalle offerte di Juve e Milan ma poi incatenati al Franchi (il montenegrino) o dirottati altrove (il serbo finì in giallorosso con buona pace di Galliani). Ecco, gli esempi in questione raccontano che un tempo la parola della proprietà aveva un peso specifico. Un qualcosa che oggi sembra essersi alleggerito.
E l’effetto è doppiamente strano nel caso specifico visto che, al contrario dei casi citati, questa volta la volontà di Chiesa e del padre-manager Enrico sembra orientata tutta per la permanenza a Firenze. Ecco perché un intervento dall’alto sarebbe auspicabile: per chiudere, cioè, una telenovela che rischia di diventare un film già visto ma soprattutto per regalare a Pioli la prima certezza in previsione della nuova annata e di una sempre più probabile Europa. Dopo i saldi sul mercato della scorsa estate, Firenze adesso attende di sentir di nuovo pronunciare quel “no” così pesante.