CHIESA: PUBE O ADDUTTORI? MA SQUADRA IN CAMPO SENZA GRINTA E SPIRITO DI GRUPPO
L'indomani della seconda brutta sconfitta consecutiva, tiene banco il caso Chiesa. Ma, visto che parliamo di uno dei talenti italiani più importanti, la società viola dovrebbe essere più chiara perché, tra giocatore che non parla mai, entourage che sta altrettanto zitto pensando di proteggere il giocatore ma che in realtà alimenta solo dubbi su di lui e giustificazioni "rammendate" di allenatore e ds ieri, la confusione è tanta, anche se Joe Barone ha provato a stemperare tutto e allontanare la parola "caso". Il punto è: sta male? Venga fatto un report medico visto che tra chi parla di dolore al pube (Pradè) e chi agli adduttori (entourage) non si capisce ancora cosa abbia davvero ("dolore muscolare" è la chiosa di Barone) e se si è sottoposto a visite o meno (la versione del club viola è che - accusando un fastidio -lo staff tecnico e quello medico lo stanno monitorando al centro sportivo stesso). Sta bene e vuole andare via? Allora che vada in tribuna e lasci giocare chi ne ha voglia, anche se sarebbe una sconfitta per tutti, giocatore compreso.
Il dubbio però è: chi ne ha davvero voglia di giocare alla morte? Chiesa non può diventare l'unica giustificazione alle due sconfitte con Badelj che, parlando a fine gara, ha dato un'altra chiave di lettura. Dalle sue parole è emersa l'immagine di un gruppo in cui l'uno non sa sacrificarsi e aiutare l'altro. Certi disguidi in partita tra lui e Caceres rimasti a guardare mentre gli avversari conquistavano palla ne sono l'esempio. Giocatori che quasi non corrono e quando lo fanno - guardando le statistiche -macinano chilometri evidentemente a vuoto, squadra che fa passi falsi e approcci troppo morbidi... sono lacune alle quali va trovato rimedio, sia da parte del tecnico che della dirigenza, ma anche dei giocatori stessi.
La poca grinta dei singoli e il poco affiatamento in campo infatti, se non per pochi e inutili minuti finali, in queste due ultime gare hanno sbattuto su squadre solide proprio da quel punto di vista, squadre in cui nessuno si sente un fenomeno ma lotta come un leone anche per gli altri, anche se gioca poco (l'esempio sono i soli 334 minuti in questa stagione di Di Carmine che lo hanno fatto giocare col fuoco dentro ed essere determinante ieri). Insomma Badelj per primo - soprattutto ora che indosserà la fascia di capitano con Pezzella ko, dovrà far capire ai compagni cos'è un gruppo affiatato in campo e come la sua Fiorentina di due stagioni fa ha inanellato una lunghissima striscia positiva facendo gruppo, allora in nome di Astori, stavolta in nome di una piazza e una maglia che meritano rispetto. Anche per questa capacità di fare spogliatoio in effetti il croato era stato ripreso.
Poi sta anche all'allenatore dare la giusta scossa perché l'alibi di una squadra messa insieme in pochi giorni e solo da metà settembre gli va certo dato così come quello dei limiti evidenti nella rosa, a centrocampo e davanti in particolare, a fronte di qualche acquisto superfluo nei due reparti, ma se non sa toccare i tasti giusti e dare idee precise aggiunge solo confusione al gruppo disorientato dalle sconfitte, perciò Montella, con il suo staff, deve essere bravo a districarsi e a trasmettere soluzioni di gioco e motivazioni per uscire dai momenti difficili.