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COGNIGNI-ADV, VERTICE PER LE NUOVE CARICHE. ANGELONI VIA, PRADÈ IN BILICO E ROGG...

di Enzo Bucchioni

Dell’ultima partita della stagione a Firenze c’è una sola cosa da ricordare, l’addio di Pasqual. Ha pianto lui, ha pianto lo stadio e quando dallo sport spuntano le lacrime vuol dire che suonano tutte le corde dell’emozione. E’ il cuore che parla e quando parla il cuore non c’è altro da aggiungere. Undici anni in maglia viola sono tanti, quella maglia Pasqual l’ha onorata, rispettata, difesa e impregnata di sudore. Sempre.

Umile e silenzioso, ha dato alla Fiorentina forse di più di quello che i viola pensavano quando l’hanno preso dall’Arezzo. Un esempio? Di sicuro. In genere Firenze (salvo rare eccezioni) sa riconoscere quelli veri da quelli falsi o costruiti e l’amore dimostrato ieri a Pasqual è un altro segnale importante. Se questa dirigenza non ha ancora capito cosa vuole Firenze dalla Fiorentina e dai suoi dirigenti, rifletta su questo addio. E capisca che anche con Pasqual è stato commesso un grave errore di gestione e di comunicazione. Erano mesi che la Fiorentina aveva deciso di non rinnovargli il contratto, cosa legittima, gli anni passano per tutti. Qualcuno non poteva trovare il tempo e il modo di dirglielo con i dovuti tempi e i dovuti modi senza aspettare Andrea Della Valle e l’ultimo treno utile?

Così, quella che poteva e doveva diventare l’addio di una bandiera dell’era Della Valle, gestito dalla società nei tempi e nei modi, si è trasformato in un evento solo dei tifosi con un altro motivo di contestazione. Ma è possibile non capire mai cosa fare, quando farlo e da che parte stare? A questo proposito, spero che la decisione di confermare Paulo Sousa sia buona e giusta. Qualche dubbio mi resta, ma spero passerà con il tempo e soprattutto con i fatti.

Certo, cambiare ancora sarebbe stato peggio. Ripartire dalle cose buone viste in questa stagione potrebbe essere un’idea vincente a patto che si modifichino molte cose nella gestione e molte altre vengano gestite meglio. Sousa mi sembra un allenatore di qualità, ha idee, lavora, vuole migliorarsi, ha ambizione. Ha pure molti limiti. In tandem con Cognigni, in costante rapporto con la società, può di sicuro sfruttare tutte le qualità e correggere i difetti.

Questa rinnovata intesa, stucchevole nei tempi, potrà funzionare soltanto se la società e l’allenatore stabiliranno di comune accordo gli obiettivi e i passaggi per crescere, ma poi dovrà essere solo e soltanto la società a gestire . L’allenatore dovrà pensare ad allenare e basta, con tutti i supporti e l’assistenza possibile, ma la politica, la comunicazione e il fuori campo dovranno essere solo e soltanto della società. A ognuno il suo compito e il lavoro dell’allenatore deve essere quello di scegliere il tipo di gioco da esprimere e attraverso quello far crescere tutti i giocatori nella loro cultura sportiva e nelle loro capacità. E’ chiaro che la società (cosa che non ha fatto quest’anno) dovrà essere sempre pronta a risolvere i problemi che di giorno in giorno si presenteranno. Questo ruolo di referente unico della società per Sousa spetterà a Mario Cognigni.

Chi pensa al presidente come a un tuttofare, in società, sul mercato, ovunque, ha sbagliato. La situazione è più normale di quel che sembra. Cognigni continuerà a essere il presidente e a rappresentare la società, sarà quella sorta di Terzo Fratello di sempre. Proprio in virtù di questo incarico, terrà i rapporti con Sousa per analizzare e risolvere in tempi rapidi, tutte le problematiche che si presenteranno tutti i giorni dell’anno.

In settimana, forse martedì, si terrà a Casette d’Ete quel vertice decisivo del quale vi abbiamo già parlato, per dare l’assetto definitivo all’organigramma societario della prossima stagione. Sousa lo vuole più snello, più operativo, senza troppe scatole cinesi e sovrapposizioni di competenze.

Il presidente Cognigni relazionerà i fratelli Della Valle, spiegherà i pro e i contro di ogni eventuale decisione da prendere. Mi pare di capire che si andrà verso uno snellimento. Il presidente Cognigni sarà il referente di Sousa, come detto, in quanto rappresentante della proprietà. Operativamente Rogg resterà direttore generale, acquisirà anche il marketing, ma non avrà più un ruolo operativo sul mercato e sulle questioni tecniche.

Quasi sicuramente chiuderà la sua avventura alla Fiorentina il direttore tecnico Angeloni. Il settore scouting sarà affidato a Pedro Pereira che ha esperienza e agganci internazionali di grande livello. In pratica resta da decidere solo chi sarà il direttore sportivo. Ieri Sousa ha parlato di Cognigni anche come suo referente di mercato, ma qui c’è un equivoco. Il presidente non farà il mercato, sarà solo il punto di riferimento come detto, rappresenterà la proprietà. Stop.

Serve quindi un direttore sportivo che tutti i giorni lavori in sintonia con il tecnico, faccia i progetti, operi sul mercato, si confronti con l’allenatore, ma annusi anche l’aria dei campini e dello spogliatoio viola. Sarà confermato Daniele Pradè? Questo è l’unico interrogativo che resta sul tavolo.

La decisione non è ancora stata presa, la società smentisce con fermezza di avere contattato altri direttori sportivi per prospettare un ingaggio in Fiorentina. Il nome di Pantaleo Corvino circola, è un amico, viene sentito spesso, ma fino ad oggi nessuno gli ha chiesto la disponibilità al ritorno in viola. Stesso discorso per Lo Monaco, un altro che potrebbe interessare, ma sul quale non sono stati fatti sondaggi.

La conferma di Sousa potrebbe far pensare alla conferma di Pradè con un organigramma snello Cognigni-Pradè-Sousa. Nel post partita di ieri, però, Sousa ha parlato di Cognigni come referente per il mercato e su questo sarà necessaria una riflessione. Dichiarazione frutto di un equivoco o sfiducia per Pradè? Soltanto dopo questa analisi sarà presa la decisione. Percentuali?

Pradè in questi anni ha fatto bene, potrebbe anche rimanere se Cognigni accerterà che il feeling e il modo di lavoro del direttore sportivo sono in completa sintonia, come sembrava, con Sousa. In caso contrario, con l’avallo della proprietà, si passerà alla designazione di un nuovo Direttore.

Infine mi domando se nella nuova organizzazione potrà trovare ancora posto l’assistente personale di Sousa che costituisce un enclave comunicativo all’interno della Fiorentina. Sousa o chi per lui, non deve comunicare cose che vadano oltre la stretta tecnica o tattica calcistica, il suo ruolo è quello di lavorare sul campo e spiegare le partite. Una volta completato il gruppo di lavoro, servono idee chiare e rapidità sul mercato.

Le contestazioni che ci sono state anche ieri devono convincere Della Valle che quello fatto fino ad oggi non può bastare. E’ vero che per la quarta stagione consecutiva la Fiorentina è in Europa (cosa riuscita in Italia solo a Juve e Napoli), è evidente che comunque questa proprietà spende, ma è arrivato il momento di un passaggio finale. La Fiorentina deve crescere definitivamente in tutti quegli aspetti del calcio che fino ad oggi sono stati trascurati, dalla comunicazione al marketing, dai rapporti con la città e i tifosi, che se fatti bene possono riavviare quella positività spesso inutilmente inseguita.

E se posso dare un consiglio ad Andrea Della Valle, è il momento di affrontare le cose per quello che sono. Lui lo può e lo deve fare. Non si deve illudere e darsi un alibi allo stesso tempo, che le contestazioni siano frutto di un grande amore come ha detto sabato. Sbagliatissimo. Le contestazioni sono figlie di errori, spesso banali, fatti dalla Fiorentina che hanno impedito a una società organizzata bene di cogliere i risultati e le soddisfazioni che meriterebbe.

Questa che a mente fredda potrebbe essere comunque una stagione finita bene, con l’Europa, è forse la stagione dei rimpianti più grossi. Di quello che poteva essere e non è stato per errori banali. Adv rifletta su tutto e decida come e cosa cambiare, ma poi pretenda una crescita da parte di tutti, spendere meglio i soldi è un passaggio fondamentale. Nel calcio di oggi sono i dettagli che fanno la differenza e sui dettagli la Fiorentina ha tanto da lavorare.