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COL FIATO SOSPESO

di Andrea Giannattasio

La promessa che Rossi ha fatto a Firenze non più tardi di un mese fa non lascia spazio alle interpretazioni: "Tornerò più forte di prima: di questo sono sicuro". Così aveva parlato Pepito nel giorno della presentazione del suo libro "A modo mio", a circa tre settimane e mezzo dalla decisiva visita in Colorado presso il professor Singleton. Un consulto che ormai è alle porte e che dovrà dare la risposta più importante dell'ennesimo calvario che il numero 22 viola sta ormai vivendo da metà agosto. Se tutto dovesse andare per il verso giusto (se Singleton, cioè, confermerà i progressi fatti da Rossi al ginocchio destro suturato ad inizio settembre), l'attaccante della Fiorentina potrà rientrare a Firenze già nei prossimi giorni (attorno ai primi giorni dell'anno nuovo) ed iniziare - pur sempre gradualmente - il suo reinserimento sul campo, inziando a lavorare anche col pallone. 

Di tempi di recupero ben precisi, ancora, è prematuro parlarne ma è fuori discussione che dal responso che arriverà nella tarda serata di domani (ora più ora meno), il periodo esatto in cui i tifosi viola potranno rivedere Pepito in campo sarà decisamente più chiaro. Quello che è certo, però, è che serviranno in ogni caso almeno altri due mesi di lavoro sul campo prima del suo definitivo ritorno tra i convocati di Montella, che sa già che le possibilità di rivedere il suo attaccante in campo in una delle due sfide contro il Tottenham in Europa League sono davvero ridotte al lumicino. Ma White Hart Lane, in questo momento, è distante anni luce dalla mente di Rossi, che adesso ha solo voglia di passare il capodanno nella maniera più serena possibile. Con un responso clinico finalmente positivo che arriverà dal Colorado. Dopo due mesi di palestra e piscina, Rossi è pronto alla svolta. Al suo ennesimo step. Al suo nuovo capitolo ancora non scritto di "My way".