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COLPANI OBIETTIVO. LOVRIC IDEA, CASADEI SULLO SFONDO: IL PUNTO

di Ludovico Mauro

Dopo la rincorsa al centravanti terminata con la sterzata su Moise Kean, l’epicentro del mercato della Fiorentina in queste ultime ore ruota attorno al centrocampo. Un reparto quasi da rifondare dopo gli innumerevoli addii della stagione scorsa, dai senatori come Bonaventura ai registi Arthur e Maxime Lopez, fino a Castrovilli e Duncan. Una porzione di campo ad oggi non sguarnita ma quasi, dove si annovera il solo Mandragora accompagnato da Bianco e Amatucci, ragazzi promettenti ma senza campionati di Serie A alle spalle.

Colpani il più cercato, ma manca ancora qualcosa
Una serie di motivi per cui la dirigenza viola continua insistentemente a dialogare col Monza per Andrea Colpani (certamente impiegato in un settore di campo più avanzato, dietro le punte), oggetto del desiderio del tecnico Raffaele Palladino. La volontà del giocatore collima con quella della Fiorentina: arrivare a Firenze per fare un passo avanti, tornando a lavorare col tecnico che l’ha lanciato. La trattativa è iniziata a livello interlocutorio da giorni ma non ha ancora subito scossoni positivi, i brianzoli sono disposti a cedere il fantasista per una cifra attorno ai 15 milioni e i viola erano partiti da un prestito con diritto, battendo ora la strada del prestito con obbligo. Decisivi possono essere i bonus o le percentuali sulla rivendita, al momento non si registrano cambiamenti sul fronte ma nel giro di ore è previsto un altro summit tra i club, con l’intento di sbloccare un affare che accontenterebbe tutti.

Manovra Lovric, Casadei solo sullo sfondo
Nel frattempo, dall’Oltremanica si vocifera di una Fiorentina al seguito di Cesare Casadei. Al momento il classe 2003 sembra essere un nome sul quale i viola iniziano a fare un pensiero, una suggestione da seguire se si dovessero protrarre nel tempo altre soluzioni. Come quella di Colpani, ma ancora più calzante è l’esempio di Sandi Lovric, situazione tastata dalla Fiorentina con l’Udinese, che non è mai scesa sotto i circa 12 milioni per il cartellino, quando Pradè e soci non sforerebbero oltre i circa 8.