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COME LA VIOLA DI DELIO: RISCHIO DÉBACLE?

di Andrea Giannattasio

I numeri dell'attuale Fiorentina sono a dir poco impietosi. E questo vale sia per ciò che riguarda la stretta attualità (visto che ad inizio anno qualcuno aveva sperato addirittura di agganciare la zona Europa, ora di fatto irraggiungibile) sia, soprattutto, se paragonati a quelli delle passate stagioni. La Viola di Pioli, infatti, non solo è a -9 rispetto alla scorsa mediocre stagione con Sousa in panchina, ma addirittura a -15 dalla prima squadra allenata dal portoghese l'anno prima, quella che solo per una manciata di punti non si laureò campione d'inverno.

Una regressione palese raccontata, oltre che dai punti in classifica (appena 28, media di 1,27 a gara) da una qualità della squadra che è andata pian piano scemando e da un monte ingaggi che è stato via via demolito nel corso delle ultime sessioni di mercato, scendendo da oltre 70 milioni agli attuali 36. Alla faccia del progetto e del sogno, espresso dal dg Corvino nel giorno del suo ritorno in riva all'Arno, di "provare a vincere un trofeo".

Ma c'è un altro dato che deve far riflettere l'attuale Fiorentina: la squadra di Pioli, infatti, alla 22a giornata non solo ha gli stessi identici punti della Viola allenata da Delio Rossi nella travagliata stagione 2011/2012 ma anche lo stesso distacco (+11) rispetto alla terzultima in classifica (allora, a 17, c'era il Lecce di Cosmi, oggi c'è la Spal di Semplici). Un margine in teoria decisamente ampio sulla zona retrocessione (vista anche la qualità attuale delle competitor) ma che otto anni fa vide lottare la Fiorentina fino alla penultima giornata per non retrocedere. Fantasmi del passato?

I tifosi si augurano chiaramente di no, anche se c'è un pericoloso precedente che in tanti domenica, alla luce dell'1-4 dell'Hellas, hanno evocato. Ovvero lo 0-5 che la Juventus inflisse ai viola al Franchi nel marzo 2012: una partita per certi aspetti simile a come si è consumata la debacle di due giorni fa contro i modesti uomini di Pecchia, una gara che mise fine alla prima Repubblica di Corvino alla Fiorentina, che pochi giorni dopo fu esautorato dai Della Valle.