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COME LE AQUILE

di Dimitri Conti

Le parole pronunciate stamani da Stefano Pioli nel corso dell'intervista a Radio Rai hanno offerto molteplici spunti di riflessione. Uno di questi, probabilmente il più stuzzicante per chi è dell'ambiente viola, è legato alle prospettive future che l'attuale allenatore viola vede nel suo gruppo. Alla domanda su eventuali progetti Champions per il futuro, Pioli ha risposto senza troppi giri di parole: "L'idea c'è ed è questa (...) costruire una squadra che possa competere ad alti livelli come la Viola degli anni di Prandelli, Montella o di Sousa". Con nomi e cognomi, citandone tre che dalle parti di Firenze qualcosa hanno fatto. E dai quali, probabilmente, ha persino preso qualcosa in prestito. Del primo c'è la grande solidità nelle gare interne - con quattro vittorie su quattro - del secondo il modulo (4-3-3) e del terzo la ricerca della soluzione verticale, oltre che la fiducia totale nel giovane Chiesa.

Pioli guarda in alto, e non ha paura di spiccare il volo a certe altezze come le aquile. Ed è proprio al tempo delle Aquile, anzi degli Aquilotti - quelli bianco-celesti - che Pioli è entrato in contatto con la realtà della Champions, sfiorandola però solamente. Dopo aver ottenuto il quarto posto nella Serie A 2014/15, la sua Lazio (curiosamente anche prossima avversaria dei viola, ndr) si è giocata l'accesso alla fase a gironi contro il Bayer Leverkusen, uscendo però amaramente sconfitta dal doppio confronto. Ma l'aver già raggiunto un piazzamento del genere significa che il navigante conosce le acque, e non ha paura di entrarci a contatto. Come poi confermato dalle sue parole: questa Fiorentina è giovane e molto promettente, con alla guida un saggio ambizioso. E dire che certe parole sembravano dimenticate e perse per sempre nel cassetto, fino a qualche tempo fa.