COMMISSO E IL TERREMOTO JUVE: QUELLE RICHIESTE DI TRASPARENZA IGNORATE
"Con me la Fiorentina avrà sempre una solidità economica che la metterà al riparto da sorprese e non rischierà il fallimento. Non so se altri, sia nelle passate gestioni della Fiorentina, sia qualcuno oggi in lotta per lo scudetto, possa dire lo stesso". Era stato questo uno dei mantra con cui Rocco Commisso si era presentato agli occhi del calcio italiano e in particolare di Firenze nel 2019. Un'assunzione di responsabilità che mister Mediacom ha sempre scelto di portare avanti con convinzione, attirandosi in alcuni casi ben poche simpatie nelle stanze dei bottoni. La recente battaglia contro la rateizzazione del pagamento delle tasse in Serie A (vinta grazie anche al sostegno del Governo) ne è la riprova ma sono stati tanti in questi anni gli episodi in cui il numero uno viola ha ribadito l'esigenza di trasparenza e regole uguali per tutti nello sport più amato dagli italiani.
Normale dunque che il terremoto che sta riguardando in queste ore la Juventus (accusata di falso in bilancio dopo un'inchiesta congiunta di Consob e Procura legata a plusvalenze fittizie) sia probabilmente la punta dell'iceberg delle accuse mosse da Commisso al sistema-calcio italiano. La madre di tutte le storture che per anni hanno piagato i conti della Serie A e delle sua squadra simbolo. Ecco perché viene da sorridere a leggere certe esternazioni del presidente della Lega di A Casini, che nei giorni scorsi ha parlato di un "calcio al collasso che va aiutato". Dimenticandosi però di elencare i motivi per i quali il pallone italiano sia arrivato a questo punto.
Rocco Commisso ha dunque ragione quando si lamenta di dover concorrere con club che rimescolano con creatività i bilanci, che non pagano gli stipendi a fine mese ai propri dipendenti e che vanno poi sul mercato a cercare rinforzi senza curarsi delle voragini nei propri conti. Ed è forse per questo che, in questi primi quattro anni di gestione, non sono state poche le riforme sottoposte all'attenzione dei vertici del calcio: dalla riorganizzazione (complessa) dei rapporti tra società e procuratori (purtroppo al decalogo pubblicato circa un anno fa non ha fatto seguito nulla), al rispetto dell'indice di liquidità per poter operare sul mercato fino all'esigenza di avere una maggiore collegialità all'interno della Lega. Tanti spunti che spesso sono caduti nel vuoto. Ma che con il polverone in casa bianconera sembrano tornare tutti insieme a galla.