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COMMISSO VS MENDES, DUPLICE SCONTRO. FATALE IL SECONDO

di Dimitri Conti

Ventidue giorni. Tanto è durata, dall'annuncio dell'arrivo a quello dell'addio, l'avventura di Gennaro Gattuso da (virtuale) allenatore della Fiorentina. Una fine, quella consumatasi ufficialmente ieri, che lega i suoi destini inevitabilmente alle figure di Rocco Commisso da una parte e Jorge Mendes dall'altra. Due caratteri decisi, tagliati con l'accetta e poco inclini a concedere un centimetro alla controparte se non con una precisa motivazione. Da un duplice scontro tra il presidente viola e il super-procuratore si è poi consumato l'addio all'allenatore. Al centro del discorso, ovviamente, gli acquisti della Fiorentina e in particolare le mosse intorno agli assistiti dell'agente portoghese, uno più di altri. Procediamo però con ordine.

Il primo capitolo del diverbio è andato in scena ben prima e risale a poco dopo la partita di Firenze contro il Napoli di Gattuso. Quando l'accordo verbale raggiunto col tecnico sembrava essersi messo in salita e pareva saltato, a ricomporre i tasselli era arrivato l'intervento di Commisso con la concessione di prelazioni - non vincoli - d'acquisto verso calciatori della scuderia Gestifute. Uno di questi giocatori, non è un mistero, era Sergio Oliveira. L'episodio che ha modificato sensibilmente la corrente è legato a lui e risale a più di una settimana fa. Il 9 giugno il dg Barone incontra Mendes a Milano, convinto di poter chiudere per il centrocampista del Porto, salvo poi scontrarsi con una maggiorazione della cifra causata dalle commissioni: dai 13-14 milioni messi in preventivo, si passava a circa 20. Nel fine settimana le acque si sono dunque agitate e si è arrivati alla seconda fase.

Il secondo capitolo dello scontro è da localizzare a non più di due giorni fa. Dopo qualche giorno di diplomazie al lavoro, ecco la già celebre videocall richiamata da più fonti che vede momenti di elettricità totale e di scambi verbali notevoli, come inviti reciproci a tacere ("Stai zitto!", si è sentito riecheggiare nelle stanze virtuali della chat) e la richiesta a Gattuso di tenere fuori ingerenze del suo pesante rappresentante da un calciomercato che, per quanto fosse stata concessa carta bianca, non poteva vedere i viola legati ad una singola entità. Alle orecchie di Gattuso è suonato come un ultimatum, un momento di non ritorno, tanto da portarlo a lasciare la barca ancora prima di cominciare, vista pure una situazione a quel punto di fatto diventata impossibile da ricomporre.