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COMPLEANNO IN VETRINA

di Andrea Giannattasio

Solo due anni fa, Firenze aveva ancora voglia di far festa per il suo campione. Quel glaciale bomber arrivato da Monaco di Baviera, accolto solo un anno prima da 25.000 anime viola al Franchi sotto la canicola di Firenze che aveva fatto sognare un popolo intero per un’estate. Un sogno rotto a metà, con un grave infortunio alla 3a apparizione in campionato con la maglia della Fiorentina. Per Mario Gomez è iniziato in quel momento il calvario della sua esperienza in viola. Un martirio - più che un percorso - fatto di infortuni, errori sotto porta, addii e qualche dichiarazione un po’ troppo fuori luogo. Perché se è vero che solo due anni fa, come dicevamo, nel giorno del suo 29° compleanno Gomez - costretto a saltare un Mondiale che poi la sua Germania avrebbe vinto in modo trionfale - veniva salutato a Moena da cori, applausi e addirittura palloncini colorati, oggi la situazione si è diametralmente ribaltata.

Per quanto, infatti, ad oggi il panzer stia ancora beneficiando dei 20-30 giorni di vacanze che da contratto gli spettano dopo l’ottimo Europeo in Francia (ferie che di fatto lo porteranno a saltare l’intero ritiro di Moena con la Fiorentina), nessuno se non pochi coraggiosi probabilmente vorrebbe rivedere e salutare Gomez stamani sul rettangolo verde della Fata delle Dolomiti. Per via di una sanguinosa separazione che ormai si è consumata tra fraintendimenti ed affermazioni poco piacevoli (da parte del tedesco) ed un nuovo amore del popolo viola ormai sbocciato in favore di un bomber dal nome decisamente meno altisonante ma di certo con la lingua un po’ più corta, quel Nikola Kalinic atteso a Firenze nell’ultima settimana di luglio e che la società è decisa a trattenere a meno di un’offerta giudicata irrinunciabile. Tutto il contrario di quello che il club di Viale Fanti è decisa a fare con Mario Gomez, ormai ai margini del progetto di Sousa e con il cartello “vendesi” piantato sul petto. Un 31° compleanno, quello di oggi, da vivere praticamente in vetrina.