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CON LA RETROMARCIA

di Andrea Giannattasio

Sousa, alla vigilia della gara contro il Lech, aveva parlato di giocatori con tanta fame di campo. Quelli, cioè, che proprio perché meno impiegati rispetto agli altri avrebbero dovuto sfruttare al meglio l’occasione di poter giocare in Europa League per provare a guadagnare terreno anche nella ipotetica formazione titolare. Ma tra i bocciati di lusso nel ko contro i polacchi, oltre a Mario Suarez (che continua a deludere sin da agosto), c’è sicuramente anche Babacar, il giocatore che sulla carta doveva essere forse il più affamato di tutti. Una fame che però si è tramutata subito in digiuno. 

La gara del senegalese, del resto, è racchiusa tutta nel clamoroso errore che lo ha visto protagonista al 94’ della sfida di ieri, quando di fatto a porta spalancata l’attaccante ha mandato alto di testa un cross dalla destra arrivato quasi a tempo scaduto dal piede di Roncaglia. Uno sbaglio che ha mandato su tutte le furie l’intimo pubblico del Franchi ma soprattutto Paulo Sousa, che nel senegalese aveva risposto grande fiducia visto anche la non irresistibile compagine che i viola si trovavano di fronte. Ancora un passo indietro, dunque, per Baba che adesso per potersi ancora una volta guadagnare la fiducia del tecnico dovrà sudare le proverbiali sette camicie. Kalinic, al momento, resta intoccabile ed è facile intuire che per provare ancora a sperare nel passaggio del turno in Europa League (impresa, per questa Viola, tutt’altro che impossibile) nel corso delle prossime sfide continentali Sousa riproporrà in campo l’undici migliore, quello che da agosto ad oggi gli ha saputo dare maggiori garanzie.

In queste ultime settimane si è discusso molto del paragone tra Vincenzo Montella e Paulo Sousa, due tecnici spesso definiti in tutto e per tutto diversi dentro e fuori dal campo. Una cosa però ha saputo sin qui accomunarli con una inquietante puntualità: ovvero l’ostinazione con cui i due tecnici si sono più volte svenati nel richiamare incessantemente Babacar fino a perdere la voce, ogni volta che il senegalese è sceso in campo. Su questo, forse, Baba dovrebbe iniziare a riflettere. E non poco.