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CON QUESTA FACCIA DA STRANIERO...

di Stefano Borgi

La Fiorentina parla straniero. Sempre di più. Con l'arrivo del cileno Pizarro salgono ad otto i giocatori di oltre confine portati in dote dalla premiata ditta Pradè-Macia: Borja Valero, Cuadrado, Fernandez, Gonzalo Rodriguez, Roncaglia e Pizarro. Più l'egiziano Hegazy ed il marocchino El Hamdaoui (acquisti di Corvino) ufficializzati in questa sessione di mercato. E potrebbe non finire qui. Si parla, infatti, di un'altra punta e si fanno i nomi del "papu" Gomez, di Ryan Babel, di Chamak (rispettivamente argentino, olandese, francese naturalizzato marocchino). Italiani? Neanche a parlarne. Anzi, facciamo un conto veloce: ipotizzando l'undici titolare troviamo Viviano in porta, Pasqual e Cassani in difesa, Aquilani a centrocampo. Poi solo stranieri. Ah, dimenticavamo Vincenzo Montella in panchina. L'aeroplanino è napoletano di Castel Cisterna, chi più italiano di lui? Allargando il concetto, Davide Marcelo Pizarro Cortès è il 129° straniero della storia della Fiorentina. Il 58° dell'era Della Valle, che così viaggiano alla media di 6 stranieri a stagione. Questo cosa vuol dire? Che siamo contro la scelta esterofila operata dalla società viola? Nella maniera più assoluta, non ci permetteremmo mai. La nostra è solo una considerazione a margine dell'ennesimo arrivo straniero in un mercato viola sorprendente, sfavillante, per certi versi esaltante. Vi immaginate un centrocampo formato da Pizarro vertice basso, Borja Valero interno di destra, Aquilani interno di sinistra? Magari surrogati sulle fasce (allora si tratterebbe di una linea mediana a cinque) da Cuadrado a destra e Mati Fernandez a sinistra? (anch'essi rigorosamente stranieri...) Roba da stropicciarsi gli occhi, sopratutto se paragonato al centrocampo di qualche settimana fa: Olivera centrale, Lazzari a sinistra, Romulo a destra... Lasciamo stare. Del resto il calcio si sta sempre più globalizzando, i giocatori nascono da una parte e si naturalizzano dall'altra, cittadinanze e passaporti comunitari si sprecano. E allora perchè meravigliarsi? E poi, ricordate l'Inter di tre anni fa? Aveva un solo italiano che fluttuava tra il campo e la panchina (Materazzi), più altri tre indigeni (Francescone Toldo, Orlandoni e Balotelli) che sedevano accanto al tecnico Josè Mourinho. Anche lui, ovviamente straniero. Quell'Inter vinse tutto, chissà che non sia la strada giusta...

"Con questa faccia da straniero, sono soltanto un uomo vero, anche se a voi non sembrerà". Lo cantava nel 1967 un certo Georges Moustaki, cantautore greco naturalizzato francese, che con una melodia semplice, immediata, spopolò nelle balere e nei Juke-box dell'epoca. E già, perchè la Fiorentina ha bisogno sopratutto di uomini veri, professionisti, di gente abituata a vincere, che non si faccia trascinare nella mediocrità che ha contraddistinto la squadra viola degli ultimi anni. Pizarro, Cuadrado, Borja, Fernandez, Rodriguez, Roncaglia... tutte facce da straniero. Ma ne siamo certi, facce giuste per riportare la Fiorentina nell'Europa che conta.

P.S - A proposito: oltre alla guida tecnica italiana, abbiamo anche una dirigenza italiana. Nessuno sceicco, nessun magnate russo di gas e petrolio. E allora invitiamo la tifoseria viola a godere e vantarsi di questa proprietà, vincente con le sue aziende in ogni settore, e che da quest'anno sembra voler tornare agli antichi splendori anche nel calcio. Il tempo del famoso (e famigerato) hobby, buono solo per riempire tristi e noiose giornate di pioggia, sembra davvero finito.


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