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CONFERENCE, Viola contro la "maledizione" Franchi

di Alessandro Di Nardo

Non chiamatela remuntada e lasciamo da parte l'hashtag #sipole: la Fiorentina si trova con le spalle al muro e per non concludere il percorso europeo praticamente prima di averlo iniziato, è chiamata a ribaltare il Rapid Vienna. Domani sera, dalle 20, allo stadio Artemio Franchi i ragazzi di Italiano partiranno con l'handicap dell'1-0 dell'andata: dovendo rimontare la rete su rigore di Grull (ricordiamo che non vale più il criterio del gol in trasferta, quindi in caso di un ipotetico 2-1 si andrà ai supplementari), Biraghi ed i suoi non giocheranno solamente contro l'organizzata formazione di mister Barisic, ma anche contro la cabala. 

Nella sua longeva storia europea, la Fiorentina si troverà per la tredicesima volta a dover ribaltare una sconfitta all'andata. Una missione riuscita solamente tre volte; la prima nella Coppa delle Coppe 1961-62, quando la Fiorentina campione in carica, guidata dal magiaro Hidegkuti in panchina, superò la Dynamo Zilina, battuti per 2-0 al Franchi dopo la sconfitta in terra slovacca; il secondo caso risale ad inizio anni novanta ed alla Coppa Uefa '90-91 (sconfitta 1-0 al Calderon contro l'Atletico Madrid, vittoria ai rigori al ritorno dopo l'1-0 ai tempi regolamentari firmato da Buso).

L'unica rimonta compiuta in terra straniera è invece molto più recente: basta risalire a tre mesi fa, alla serata del St. Jakob di Basilea, dove gli uomini di Italiano scrissero una delle pagine più belle della storia recente del club, cancellando l'1-2 patito in casa dal Basilea ai tempi regolamentari, per poi staccare il pass per la finale di Conference con la rete di Barak al 117'.

Servirà una Fiorentina formato Basilea anche al Franchi, dove i viola non ribaltano un esito sfavorevole di una gara internazionale da 61 anni, ovvero dal match con lo Zilina (il ritorno con l'Atletico nel 1990 si giocò al Curi di Perugia per i lavori di ristrutturazione dell'impianto di Campo di Marte). Da lì in poi tanti tentativi andati a vuoto. Dal recente #sipole stracciato contro il Siviglia nella semifinale di Europa League del 2015, col 3-0 in terra andalusa aggravato dal 2-0 subito in casa dalla squadra di Montella, alla rimonta solo abbozzata contro il Bayern Monaco nel marzo 2010 dopo la sconfitta dell'Allianz nella stregata serata di Ovrebo, fino ad arrivare all'ultimo incrocio contro un'austriaca, quel Tirol Innsbruck in cui militava proprio Barisic (attuale tecnico del Rapid) che conservò la vittoria per 3-1 anche a Firenze, pareggiando 2-2 al Franchi. 

I numeri non sorridono quindi ai viola, che si possono consolare con lo score tutt'altro che positivo del Rapid in Italia. Negli undici precedenti nel belpaese, i biancoverdi hanno raccolto solamente due pareggi e nove sconfitte. Dati, statistiche e curiosità che, dalle 20 di domani, lasciano il tempo che trovano, ma che aiutano a comprendere come la Fiorentina, tutt'altro che abituata agli exploit nei ritorni in Europa (dove è reduce da due sconfitte in casa), sia chiamata ad una sfida più che mai complicata. Per spezzare la "maledizione" del Franchi in ambito europeo e per provare quantomeno a pareggiare l'atmosfera infernale che l'Allianz Stadion ha riservato sei giorni fa alla Fiorentina, servirà più che mai l'apporto del popolo fiorentino, rimasto sempre piuttosto freddo (in termini di presenze casalinghe) nella scorsa cavalcata europea. I numeri fatti registrare finora in fase di prevendita non fanno di certo presagire ad una cornice da gran gala e sono in linea con quanto visto nella scorsa stagione in Conference, ma i tifosi viola hanno ancora tempo fino a ridosso del fischio d'inizio per allestire il Franchi al meglio per una gara che inciderà fortemente su tuttal a stagione.