CONTATTI RAVVICINATI
E' già martedì ma nonostante le smentite di rito la Fiorentina non ha ancora sciolto le riserve sul futuro della panchina. Iachini continuerà a lavorare come niente fosse ma alle sue spalle intanto si muove un'intera dirigenza per capire la fattibilità di un clamoroso ribaltone. I contatti con Maurizio Sarri sono continui oltre che avviati già da qualche giorno, addirittura prima del brutto pareggio contro lo Spezia. Mal digerito il risultato e le dichiarazioni dell'attuale allenatore, le quotazioni dell'ex tecnico della Juventus si sono impennate e nelle prossime ore può succedere di tutto.
Dire che Iachini è in bilico è un eufemismo, anche perché lo è stato fin da prima della sosta. Adesso è il momento dei conti, e non solo in senso figurato. Sì perché la Fiorentina sta valutando le richieste di Sarri, che sono alte ma che possono essere limate. È ovvio che un allenatore che negli ultimi due anni ha vinto una Europa League e un campionato non possa sedersi a trattare un contratto normale, ma il fascino della panchina che ha sognato fin dai tempi dell'Antella, può abbassare le pretese. Considerando che l'assegno che la Juventus gli staccherà per la risoluzione del contratto sarà decisamente alto, ecco che il contratto successivo non sarà da 6 milioni, ma nemmeno da 2. Molto importante se non decisiva sarà la durata del contratto, visto che Sarri vuole aprire un ciclo come a Napoli e vuole avere carta bianca sul lato tecnico per non ritrovarsi come alla Continassa, ovvero senza libertà di movimento.
Alla fine di tutto, deciderà come sempre Commisso, che è chiamato a non commettere un altro errore "alla Montella" (su Chiesa con la cessione rinviata di un anno le recriminazioni non sono mancate) e che valuterà ogni spiffero prima di prendere una decisione definitiva. Con la consapevolezza, tuttavia, che un cambio rappresenterebbe comunque un'altra retromarcia di fronte alla scelta, voluta dallo stesso Commisso, di confermare Iachini.
Insomma, cambiare allenatore da parte del presidente significherebbe anche sbugiardare le sue stesse decisioni, non una situazione semplice ma che si è resa necessaria dopo sole quattro giornate. Anche lo spogliatoio deve avere un peso in questa scelta. Con il nervosismo palpabile e Ribery, guida tra i compagni, che è evidentemente spazientito dai risultati che non arrivano. Serve coraggio per rilanciare un progetto tecnico in difficoltà dopo aver scelto di andare avanti con un allenatore stimato da tutti ma investito di un compito più grande della sua carriera.