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CONTESTABILI O NO, ITALIANO HA UN GRAN GUAIO: LE ESPULSIONI

di Dimitri Conti

Uno degli aspetti su cui Vincenzo Italiano dovrà rapidamente lavorare, magari provando a far fruttare il periodo della sosta per le nazionali, è quello del temperamento e della gestione della foga, ma soprattutto nella malizia e nell'intelligenza del rapporto con i cartellini. Sì, perché troppo spesso pressione fa rima con espulsione in casa Fiorentina, visto che nelle dodici partite di campionato col nuovo allenatore (tredici in totale se si volesse includere la Coppa Italia) sono arrivati già quattro cartellni rossi. Troppi, decisamente, tanto che il dato vede i viola primatisti assoluti a contendersi il record dell'anno solare con il Lione. Può essere utile ripercorrere come siano arrivati.

Per il primo, scavallato il facile impegno agostano di coppa col Cosenza, sono bastati appena 17 minuti di Serie A. Una decisione contestata, specie per come si è sviluppata la giurisprudenza arbitrale su altri casi simili, quella legata all'espulsione di Dragowski a Roma, che ha fermato sì la corsa di Abraham in contropiede lanciato a tutta velocità, ma all'altezza del fallo laterale e con la difesa in ripiegamento. Se dopo Torino, Atalanta e Genoa poi non c'è stato più nulla da segnalare, con l'Inter al Franchi ecco che torna anche il cartellino rosso. Ancora diretto, stavolta se lo prende Nico Gonzalez per proteste e per l'applauso beffardo riservato vistosamente al direttore di gara Fabbri: un episodio determinante nel tagliare le gambe ai viola.

Gli ultimi sono due doppi gialli, invece. Al rientro dalla scorsa pausa nazionali, neanche un mese fa, la Fiorentina perde malamente (nel senso di prestazione complessiva) a Venezia e lo fa giocando gli ultimi tredici minuti più recupero con l'uomo in meno per via della doppia ammonizione comminata a Sottil, reo di aver scalciato Haps per reazione ad un fallo non fischiato in precedenza. Altra decisione abbastanza discutibile, vista l'entità dell'intervento e la volontà di arrivare sul pallone senza colpi duri, al pari dell'ultima e più fresca, quella di Milenkovic allo Stadium in un'azione nella quale non sembra proprio esserci il tocco ai danni del grande ex Chiesa. Di fatto sono tutte decisioni contestabili e passibili di lunghe analisi davanti agli schermi, perciò, escludendo forse giusto l'episodio dell'ironico applauso di Gonzalez. Rimane però il problema di fondo e il peso che questi episodi hanno (avuto), anche sulle partite successive, oltre che nelle stesse nelle quali avvengono: per farsi un'idea basti capire che alla ripresa Italiano dovrà presentarsi contro la capolista Milan con una coppia inedita in difesa, quella tutta mancina Nastasic-Igor mai schierata fin qui.