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CORSI E RICORSI

di Tommaso Loreto

Corsi e ricorsi storici, ovvero quando la memoria può essere un validissimo appiglio mentale per affrontare la battaglia. Già, perché sulla carta la Juve in arrivo sabato è squadra di ben altro tenore rispetto a tutte le altre affrontate dai viola. Non sono soltanto i numeri a raccontarlo, che siano quelli del campo o del bilancio, ma la stessa interpretazione del campionato che i bianconeri stanno dando da sette stagioni. Una corazzata che i viola possono pensare di fermare soltanto con la partita perfetta, la cosiddetta prestazione della vita. 

E allora, soprattutto per chi arriva al match con un notevole carico di pressione, ripensare al passato potrebbe persino essere un viatico importante. E’ certamente il caso di Simeone, sia per le difficoltà che hanno contraddistinto le sue ultime uscite, sia per il precedente da tenere di conto. D’altronde il Cholito vestiva la maglia del Genoa - l'unica squadra capace di fermare sul pari la Juve - quando a Marassi si tolse lo sfizio di segnare persino una doppietta. Era il novembre di due anni fa, finì 3-1 per la squadra ligure ai tempi allenata ancora da Juric. Primo gol dopo appena 3 minuti, secondo dopo una decina nel corso della ripresa. Una gara mitica per i tifosi rossoblu, una giornata indimenticabile per l’attaccante argentino che probabilmente avrà ripensato più di una volta a quei due centri in questi giorni. 

Occhio però, perché non bastasse il cammino fin qui tenuto dalla Juve, ci sono anche i precedenti di Cristiano Ronaldo a confermare quanto sia alta la montagna da scalare. Perché nonostante la vittoria firmata Mario Gomez e Alonso, a Varsavia nell’estate del 2014, CR7 trovò il gol al primo appuntamento con i viola, salvo ripetersi la scorsa estate, a Madrid nel trofeo Santiago Bernabeu, con un gioiello che mandò in bambola proprio Pezzella. Sulla traiettoria di quel tiro Sportiello non potè nemmeno azzardare l’intervento, speriamo che stavolta Lafont riesca invece a fare il possibile. Che se Simeone fosse capace di sbloccarsi davanti a quelle tinte bianconere che tanto bene gli portarono a Marassi, riuscire a difendere qualsiasi minimo vantaggio significherebbe ritrovarsi a metà dell’opera. 

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