.

CORVINO-BIS, Berna resta, Ljajic nì. Più italiani e...

di Luciana Magistrato

A Pantaleo Corvino manca un trofeo (solo con la prima squadra, perché a livello giovanile è uno dei dirigenti più titolati). E alla Fiorentina dei Della Valle e alla tifoseria viola manca un trofeo. E' questo l'obiettivo al quale vorrebbe ambire Corvino, consapevole però che avrà a che fare con "l'arte povera" in confronto a quella più ricca delle big di serie A, visto che è difficile competere con chi ha entroiti di gran lunga maggiori. Ma di sicuro Corvino ci proverà cercando di dare a Sousa, un allenatore bravo ed ambizioso che vuole ugualmente provarci, pane per i suoi denti all'insegna dell'adrenalina ("sono tornato a Firenze perché ogni giorno sento adrenalina") e del lavoro, due elementi alla base della filosofia di tutti e due. Oltre alla fortuna, spesso imprescindibile dai primi due.

E qualche elemento e le prime mosse per arrivarci Pantaleo Corvino li ha già indicati in sala stampa. Innanzitutto con un gruppo di lavoro efficiente, con uomini giusti al posto giusto: un ds già esperto anche a livello internazionale ma che lavori in silenzio (sulla scia dell'ex Macia, arriva dal Portogallo Carlos Freitas) e un ex viola-ambasciatore a livello europeo dall'altra che faccia anche da collante con la tifoseria (e Jorgensen è sempre stato ben voluto dai tifosi) e non sia una semplice statuina ma anche uno scout e segnalatore di talenti nella Scandinavia. Ovviamente Corvino avrà anche degli osservatori di fiducia ma la società è alla ricerca di altri ex viola per incarnare sempre più la fiorentinità (il discorso Rui ovviamente è solo rimandato).

Per il mercato è necessaria ancora qualche riunione con l'allenatore ma Corvino dalla sala stampa ha già aperto, senza confermare ma rinviando il discorso, al ritorno di Ljajic e alla permanenza di Bernardeschi, risorsa del settore giovanile e della prima squadra ("sarà un patrimonio anche per i prossimi anni"). E l'intento del dirigente di Vernole è di trovare altri Ljajic (Cognigni parla di bravura di Corvino nell'"aver portato giocatori che lui ha capito prima di altri poter diventare dei campioni", e Ljajic è senz'altro uno di questi) e nuovi Bernardeschi ("Sapete che ho una vocazione per il settore giovanile"). Il ds ribadisce infatti la necessità di una rosa con 4 calciatori italiani e 4 del settore giovanile: "Nel fare una analisi attenta di questa Fiorentina al momento, mi è molto dispiaciuto vedere tanti soluzioni per trovare 4 italiani dal nostro settore giovanile" sottolinea "punteremo a rendere la squadra più italiana anche lanciando e cercando giovani talenti: Bernardeschi è l'esempio, un patrimonio da cui ripartiremo la prossima stagione".

E di sicuro è già al lavoro per rendere la rosa più italiana, più made in Fiorentina e più affamata e ambiziosa. A dirlo è anche Cognigni che indica le linee guida "Con Corvino vogliamo riprendere un percorso importante, rimodelleremo il percorso di crescita della prima squadra, del settore giovanile e dello scouting. Vogliamo portare a Firenze campioni e ragazzi che hanno voglia di emergere. Vogliamo portare qui gente affamata ed ambiziosa, che sente la maglia viola e che vuole sposare la nostra filosofia". Ecco finalmnete Sousa sa qual è il modello, possibilmente vincente, della Fiorentina e su quello, insieme a Corvino, lavorerà.