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CORVINO, Da Costa è l'ultima cessione

di Redazione FV

Queste le dichiarazioni di Pantaleo Corvino a Radio Blu. "E' un momento di grande crisi, anche per il calcio. Coniugare aspetti economici e sportivi è un obiettivo di un ds. In sede di pianificazione avevamo detto di avere giocatori in più, ci siamo portati dietro una rosa che andava ridotta in questa sede di mercato per dare a Prandelli una rosa di 20-21 giocatori più i portieri. Alla luce di quello che è stato l'ultimo, e sottolineo l'ultimo, movimento in uscita, quello di Da Costa alla Sampdoria, abbiamo raggiunto il risultato economico-sportivo che ci eravamo prefissi, portando nelle nostre casse più di 16 milioni che servono a lenire insieme ai 12-13 di quest'estate i grandi sforzi estivi".

Sui giocatori ceduti. "Ogni cessione è un pezzo di cuore. In ogni giocatore che lascia lo spogliatoio c'è qualcosa che ci lascia, perché con loro convivi momenti buoni e non, sofferenza e gioia e con questi ragazzi abbiamo vissuto momenti di grande esaltazione in questi quattro anni. Ogni ragazzo che se ne va, anche quello che è stato meno importante, ha segnato la storia della Fiorentina. Nessuno lo ricorderà al massimo, ma dopo vent'anni abbiamo vinto contro la Juventus grazie a Papa Waigo ed Osvaldo. Pazzini è stato il nostro centravanti titolare sino alla Champions la scorsa stagione, sono state tre perdite dolorose".

Su Vidic. "Vidic per me nel suo ruolo non ha eguali, soprattutto ad oggi. Sarà uno dei più forti del mondo, non averlo preso è un peccato, fossi stato all'Inter o al Milan o alla Juventus sarebbe stato diverso, l'avevamo preso per 7 milioni di dollari ed aspettavamo solo gennaio ma il Manchester ce lo soffiò".

Su Ivanovic. "Gli state dando troppa esaltazione, lo considerate già un giocatore della Fiorentina. Un ds, su quelli bravi, deve riuscire ad arrivare e trattare, sono state solo valutazioni che hanno tenuto conto di questo aspetto. E' stato uno di quelli che abbiamo valutato, ma non abbiamo un impegno e non è sicuro che arriverà a giugno, lo dico per non creare false attese. Non posso però smentire che lo abbiamo seguito come tanti altri".

Comotto alla Roma? "No, non è vero. Domenica abbiamo fatto un comunicato dove abbiamo detto che dopo Da Costa non ci sarebbe stata nessuna cessione nè nessun arrivo. Ci fa piacere che ci sia interesse per i nostri giocatori, ma fino a giugno saranno con noi".

Su Storari. "Ci sono state voci, interessamenti, ma ora ne circolano tante. Sono momenti in cui i media sono impegnati con le loro massime e minime espressioni, è giusto dare sfogo anche a certe situazioni".

Su Bonazzoli. "A volte le nostre scelte non sono riuscite, ma ci sforziamo perché quello che pensiamo si verifichi. Lo scorso anno Vieri e Pazzini insieme hanno fatto venti reti, quindi tutti i giocatori dello scorso anno sono stati calciatori importanti. Bonazzoli? Abbiamo ceduto Pazzini e Osvaldo, dovevamo prendere un altro attaccante ed abbiamo scelto Bonazzoli perché Prandelli già lo conosceva, come alternativa di Gilardino e per esserlo bisogna essere giocatori con grandi motivazioni".

Sulla Fiorentina. "Prima di Natale eravamo quarti, gli scorsi anni siamo arrivati con dei miracoli davanti a Roma e Milan e non si ripetono sempre. Certo, stiamo crescendo tecnicamente, ed anche qualitativamente nei 13-14 titolari. Il nostro budget di 37 milioni è distante da quello dei 120 delle big, ma essere a due punti dal quarto posto ora è un mezzo miracolo, considerando poi che qualcosa non ha girato come fortuna, posso dire che è quasi intero".

Sul mercato estivo. "I 50 milioni spesi li abbiamo spesi su giocatori titolari, cedendo delle riserve, ma anche se in futuro spenderemo 50 c'è chi ne spenderà 70, è una lotta a riuscire a ripetersi per noi, a stare sempre in alto sbagliando il meno possibile".

Sul rapporto con la stampa. "Io non mi arrabbio con tutti i giornalisti, solo con quel 50% che si alza la mattina a dire cattiverie e sparare cattiverie sulla Fiorentina. Critiche cattive nate dal cuore non fanno bene alla società, se si è giornalisti e portatori di verità".

Sul 2009 viola. "I risultati fatti sono figli dei grandi sforzi economici della società, ma riusciamo a sopperire alla distanza con le big grazie al lavoro. Il nostro motto è 'lavorare, lavorare, lavorare', ve lo garantisco".