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CORVINO, Rifiutati 25 mln per Kalinic. Sousa...

di Redazione FV

Il direttore generale della Fiorentina Pantaleo Corvino, intervenuto a Rtv 38 nel corso della trasmissione Viola d'amore, si è raccontato a 360° tra passato, presente e futuro: 

Sul suo ritorno a Firenze: "Sapevo bene che, arrivando a giugno, avrei trovato una squadra figlia di un ciclo procedente. Mi ero innamorato di questa Fiorentina e ho deciso di non stravolgere il lavoro altrui in estate, ripartendo dallo zoccolo duro della rosa".

Sull'addio e sulla trattativa per tornare alla Fiorentina: "Sono figlio di un ciclo più lungo di quest'ultimo, che ci aveva visto essere importanti in Italia e in Europa. Il lavoro fatto a Firenze è sempre rimasto dentro di me. Andai via a febbraio, quando stavamo portando la nave in porto al termine di un ciclo che ormai era agli sgoccioli, ma i problemi di salute di mia madre mi hanno costretto ad allontanarmi dal calcio. Una volta tornato in pista, a Bologna, dopo un po' di tempo ho capito che la mia permanenza in rossoblù non era più sicura. Così è arrivata una chiamata dalla società gigliata e abbiamo scelto di ripartire insieme".

Sul suo rapporto con Firenze: "Ho seguito la Fiorentina fin da piccolo grazie a mio padre e nessuno prima di me è stato direttore sportivo dei viola per sette anni. Durante la mia pausa di riflessione ho pensato di aver capito Firenze e i fiorentini, così come credo che Firenze e i fiorentini abbiano capito Corvino. Ho sempre dato il massimo per questo club".

Su Andrea Della Valle: "Condividiamo lo stesso entusiasmo e la stessa passione. Siamo all'inizio di un nuovo ciclo, il cui obiettivo è vincere un trofeo. Nella mia prima avventura alla Fiorentina non è stato possibile, anche se ci siamo andati molto vicino. Se i Della Valle non avessero questo entusiasmo, avremmo potuto capitalizzare in maniera importante con questa rosa in estate. Significa che c'è ancora l'ambizione di regalare qualcosa di prestigioso a questa città".

Su Paulo Sousa: "Fino allo scorso anno la Fiorentina primeggiava in Italia giocando un calcio importante. Negli ultimi quattro anni mi sono innamorato tanto della Fiorentina di Montella quanto di quella di Sousa. Per questo ho voluto dare continuità al progetto tecnico. Sono soddisfatto degli sforzi dell'allenatore lusitano, dobbiamo ritrovare attraverso il lavoro quello che abbiamo perso per vari motivi, mantenendo l'umiltà. In tal senso mi sembra che Sousa sia uno che, come me, ama alzarsi presto la mattina e andare a letto tardi".

Sui nuovi acquisti: "Con l'allenatore abbiamo pensato che questa squadra per tredici-quattordici calciatori avesse già dato quanto poteva dare. Attraverso il lavoro sul mercato, siamo riusciti a cedere solamente uno di questi protagonisti (Marcos Alonso, ndr), oltre a riequilibrare il monte ingaggi. La campagna di rafforzamento ha voluto portare a Firenze dei supporti. La mia speranza è che i giocatori nuovi rappresentino un aiuto importante nelle tre competizioni nelle quali vogliamo essere competitivi. Siamo attrezzati per il campionato, seppur non competitivi quanto altre squadre".

Sull'avvio negativo di alcuni leader: "Questo mi fa ben sperare. Il maestro e lo spartito sono sempre gli stessi, mi preoccuperei se cambiassero. I nostri giocatori/musicisti hanno già suonato un preciso spartito, cambiarlo ora sarebbe un rischio. Sono convinto che questo momento al di sotto delle aspettative dei nostri leader sia solo passeggero e mi auguro che i nuovi continuino a essere funzionali proprio come stanno facendo".

Su Toledo e Diks: "In questo mercato ho cercato di dividere ciò che avevo a disposizione tra i giocatori da prendere per l'immediato come Sanchez, Cristoforo, Salcedo, Olivera e Milic, tra quelli utili nel medio termine come Diks, Toledo e Dragowski e quelli per il lungo termine come Maganjic. Non c'è da meravigliarsi dunque se alcuni di questi vanno aspettati".

Sul mal di pancia di Badelj: "Il suo procuratore ultimamente sta punzecchiando un po' meno la Fiorentina, da almeno qualche settimana. Non mi piace che gli agenti dei giocatori parlino troppo, chi vuole essere vicino alla Fiorentina deve cercare di parlare più con noi che all'esterno".

Su Kalinic: "Ho rifiutato un'offerta superiore ai 25 milioni di euro per lui quest'estate. Questo dimostra che la nostra proprietà ha ancora entusiasmo e voglia di far bene. Se un nostro giocatore esprime il grande desiderio di restare alla Fiorentina, noi lo accontentiamo".

Sulla mancata cessione di Mutu alla Roma: "Lo andai a vendere perché lo stesso Mutu voleva andare via e con me era d'accordo anche l'allenatore. Volevamo dare al calciatore la possibilità di guadagnare di più e togliere al tecnico il peso di avere in rosa un calciatore scontento".

Sui rinnovi: "Gonzalo è l'unico in scadenza nel 2017 e più di un mese fa, appena finito il mercato, l'ho invitato a discutere il rinnovo con noi. E' stato il primo con cui ho parlato di rinnovo viste le tempistiche. Borja Valero ha un contratto fino al 2019 e il suo rinnovo non è una priorità ora come ora, anche perché sia lo stesso Borja che la Fiorentina vogliono continuare insieme".

Su Tello: "La trattativa per riportarlo qui è stata molto lunga, perché c'era la volontà di tenerlo alla Fiorentina, ma non alle stesse condizioni pattuite lo scorso anno. Abbiamo voluto prenderlo in prestito con una cifra di riscatto tale da poterlo acquistare qualora riesca a convincerci. Se raggiungerà un numero determinato di presenze, il riscatto si abbasserà, ma non è vero che se non gioca dobbiamo pagare una penale al Barcellona".

Sulla partenza dolorosa di Giuseppe Rossi: "Stai male quando va via un grande giocatore dalla tua squadra. Rossi non piace solo a me, ma a tanti. Penso che farlo partire sia stata però la cosa più giusta".

Sulla sua vita in famiglia: "Conosco mia moglie da quando io avevo 17 anni e lei 16, ma in tutto questo tempo è stata vista pochissime volte allo stadio. Lei vede il calcio come un concorrente, come qualcosa che ho tolto a lei. C'è stato sempre un conflitto a causa dei miei lunghi orari di lavoro, in famiglia mi sopportano e mi supportano. Riesco a staccare poco dal calcio, che mi coinvolge maledettamente. Sono inguaribile da questo punto di vista (ride, ndr)".

Su Mario Ciuffi: "Nella mia prima avventura alla Fiorentina non sono stato molto a contatto con la Firenze città. Stando con Mario ho imparato a conoscere il popolo fiorentino. Da solo riusciva a trasmettermi la passionalità di tutta la città. Gli sono stato vicino quando è stato male e la notizia della sua scomparsa mi ha davvero ferito. Il giorno della mia presentazione ho fatto venire da Lecce una persona per portarmi la sciarpa che mi aveva regalato perché volevo omaggiarlo".

Sull'idea Jovetic: "Inizialmente non era nei nostri piani a causa del suo altissimo ingaggio. Poi si è aperta la possibilità che l'Inter potesse contribuire, ci abbiamo pensato davvero, ma a un certo punto il presidente dei nerazzurri ha deciso di toglierlo dal mercato e non c'è stato margine di trattativa. Con l'allenatore e il suo staff adesso siamo concentrati solamente sul presente, non pensiamo al mercato".

Su quanto è soddisfatto del mercato estivo della Fiorentina: "Sono stati mesi veramente impegnativi, con degli obiettivi tecnici ed economici importanti. Spero di aver dato il meglio e di aver dato tanto, saranno i tifosi e gli addetti ai lavori a giudicare".