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COSÌ DIVERSI, COSÌ UGUALI

di Marco Conterio

Il gigante ed il bambino. Un'ariete ed un arciere, tanto diversi nell'aspetto quanto uguali nell'animo. Una voglia matta di riscatto che lega Adem Ljajic e Luca Toni e che ieri ha permesso ad entrambi di stendere la corazzata biancoceleste. Due meraviglie, due perle: altri due gol belli, perché la Fiorentina da cineteca non si concede reti sporche e rapaci. Una stella cometa da fuori area, nel primo tempo, una rasoiata d'altri tempi allo scadere.

Due luci che brillano, lucenti, due fari che contrastano con una prestazione di tante ombre con la firma sbiadita di Stevan Jovetic. Segnali confortanti, però: la dipendenza dal montenegrino sembra mitigata dal tempo che passa, seppur l'assenza di un bomber si faccia sempre sentire. Quello delle 'reti brutte', del ginocchio e della respinta sbucciata, come Montella ha sempre insegnato in carriera.

Il sorriso di Ljajic e la mano che rotea di Toni, però, sono due bei segnali per il tecnico viola. "L'immagine più bella della partita", ha titolato l'Aeroplanino, che intanto si gode il suo ariete ed il suo arciere, in attesa del nuovo Berbatov che verrà. Una rete da fuori, a beffare Bizzarri, ed un gol bello come ai tempi delle trentuno marcature stagionali. Altro che finiti, altro che non sbocciati. Scalpitano, i due ragazzi, per dimostrare che quello dell'attaccante è un problema superabile, grazie alle loro doti. Il gigante ed il bambino, così diversi e così uguali.


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