CRISI DI NERVI
Vorremmo raccontare una giornata diversa; un turno di campionato in cui una Fiorentina falcidiata dalle assenze riesce a tener testa all'Inter, sfiorando una vittoria che sarebbe stata meritata se Ljajic avesse messo alle spalle di Julio Cesar il calcio di rigore assegnatogli al 23' del secondo tempo. Invece no. Il pomeriggio di oggi segna per il calcio italiano un altro week-end nero. Le scene di Genova infatti non possono passare inosservate: uno stadio che, al gol del 4-0 segnato dal Siena a Marassi in apertura di secondo tempo, esplode tutta la sua rabbia verso i propri giocatori non possono essere ricondotte solo ad una banale contestazione che vede i liguri pesantemente conivolti, alla luce dei risultati della Fiorentina e del Lecce, nella corsa per non retrocedere.
Ci si era promessi pace, solidarietà e calma dopo la tragica scomparsa di Piermario Morosini; ma purtroppo, al di là del canonico minuto di silenzio ad inizio gara, ben altre sono state le risposte che il pubblico genovese ha offerto questo pomeriggio. Sono gli stessi attimi terribili che si erano già visti proprio a Marassi quasi due anni fa nel corso della partita dell'Italia di Prandelli contro la Serbia, quando alcuni ultras serbi avevano dialaniato le reti protettive del loro settore tentando di entrare in campo: un gesto sconsiderato che nemmeno l'ex tecnico viola Mihajlovic - presente allo stadio - aveva potuto sopportare.
Oggi, a distanza di diciotto mesi dall'accaduto, a Marassi si sono rivissute le medesime scene di terrore. E di vergogna. Con una curva, quella rossoblù, che ha esortato i prorpio giocatori a togliersi la maglia per lo sdegno, incosapevoli della reale turpitudine di cui si stavano essi stessi rendendo protagonisti. Con dei giocatori, Mesto e Sculli su tutti, in lacrime ed impotenti di fronte alla furia di un popolo sull'orlo di una crisi di nervi.
A corollario di tutto questo, una classifica che fa sempre più paura e che in un certo senso avvantaggia la Fiorentina, che oggi - nonostante le numerose e pesanti assenze, è riuscita a conquistare un preziosissimo punto nella sua corsa alla salvezza, uno scalino che sarebbe potuto essere d'oro se l'ex dal dente avvelenato Bojinov non avesse trovato il gol dell'1-1 per il suo Lecce all'Olipico contro la Lazio proprio allo scadere. Ma di fronte alle amenità a cui tutta Italia ha assistito, le vicende sportive devono necessariamente passare in secondo piano.