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DA BRACCETTO A RISERVA PASSANDO PER UNA NUOVA CHANCE NEL 4-4-2: LA NUOVA VITA DI BIRAGHI

di Jacopo Mannina

Cosa rende davvero un giocatore un capitano? Il carisma, l’esperienza o forse la capacità di riconoscere quando qualcuno diventa più importante per l’allenatore? Ecco, Cristiano Biraghi è l’incarnazione di tutte queste qualità. Il terzino sinistro della Fiorentina, con l’arrivo di Robin Gosens, si è ritrovato sempre più spesso in panchina, soprattutto da quando Raffaele Palladino ha abbandonato la difesa a tre, dove Biraghi veniva adattato come braccetto sinistro. L’età avanza e il suo contratto scade a giugno prossimo, a meno che non vengano soddisfatte determinate condizioni che lo legherebbero al club per un’altra stagione. Ma come è possibile che un ex inamovibile di Italiano ora stia raccogliendo così poco con Palladino?

Caratteristiche uniche
Quante volte i tifosi viola hanno visto la classica azione in stile "Vincenzo Italiano", con l’ala sinistra che taglia verso il centro per liberare Biraghi, permettendogli di mettere quel cross preciso in mezzo all’area? Con Palladino, però, il gioco è cambiato radicalmente. Il palleggio prolungato ha lasciato spazio a un calcio più diretto e verticale, dove vengono premiati i movimenti rapidi di chi si inserisce in area, come fa Gosens, piuttosto che la qualità nel cross di Biraghi. Per questo, il capitano non ha potuto esprimersi al meglio, relegato a un ruolo più arretrato o addirittura escluso dal suo habitat naturale sulla fascia.

La concorrenza spietata
Robin Gosens non è arrivato per caso. Era una chiara richiesta di Palladino, che voleva un esterno capace di spingere sulla corsia mancina. E la Fiorentina l’ha accontentato. Il tedesco si è subito imposto, relegando Biraghi ai margini. Oggi, Gosens è saldamente al centro dei piani dell’allenatore, il che non era scontato, considerando l’importanza storica di Biraghi. Ne sa qualcosa Fabiano Parisi, l’ultimo acquisto viola (prima di Gosens) nel ruolo di terzino sinistro e che sta faticando a trovare spazio e non gioca in campionato da agosto, confermando che la competizione in quella zona è feroce come lo fu anche la passata stagione.

Un possibile rilancio nel 4-4-2?
Biraghi ha avuto una possibilità contro il Milan, quando è entrato per 14 minuti in uno schema a lui più congeniale, il 4-4-2. Ma, sorprendentemente, non è stato schierato come terzino, ruolo naturale, bensì come esterno di centrocampo. Forse una scelta legata alla sua freschezza e alla capacità di spingere in quella fase della partita, ma potrebbe aprire nuove prospettive per lui. Con Gosens e Biraghi a disposizione, e pochi esterni mancini naturali, Palladino potrebbe optare per questa soluzione schierandoli in modo complementari in alcuni match, evitando di adattare giocatori come Bove, che contro i rossoneri è stato schierato fuori posizione.