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DA FAR INVIDIA

di Tommaso Loreto

Diciamocelo, per la stragrande maggioranza del popolo viola potrebbe risultare difficile immaginare che dietro ci sia una chiara programmazione. L'intero girone d'andata propone fin troppi passaggi oscuri e discussi per non confermare come ci sia stato più di un problema interno. Ma l'evolversi delle storie nel calcio sfugge sempre a qualsiasi logica, e quella appena trascorsa è stata una settimana in grado di cambiare qualsiasi flusso di eventi. 

Parlando un po' meno filosoficamente è come se la Fiorentina si ritrovasse catapultata in un ambito certamente meno depresso rispetto a qualche giorno fa, e i segnali inaspettatamente positivi si sono succeduti. Il gran rifiuto di Kalinic, la continuità nel risultato dopo l'impresa con la Juve, la gestione vincente di Sousa e anche la gioia per il primo gol in Serie A di Federico Chiesa. La cui esplosione coincide con l'annata di consacrazione dello stesso Bernardeschi.

Di punto in bianco, in un mercato che aveva tolto il sonno, i viola si ritrovano con un centravanti rimotivato, una squadra scossa da sei punti, un tecnico che non ha perso il pupillo e due gioiellini direttamente allevati nel proprio settore giovanile. Roba da far invidia a tanti. Per tutto il girone di ritorno, a prescindere dal traguardo finale, e per le prossime stagioni (al netto del cambio di allenatore) l'obiettivo più sensato sarebbe quello di difendere il patrimonio accumulato in appena una settimana.