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DA "LUCIO" A PIOLI, DA "GASP" A SARRI: FALSE PARTENZE CON VISTA EUROPA. PALLADINO PRENDERÀ ESEMPIO?

di Andrea Giannattasio

E chi lo ha detto che un inizio di stagione con il freno a mano tirato in campionato comporti per forza di cose un epilogo dal finale scontato? Certo, l'avvio della Fiorentina in questo 2024/25 è stato tutt'altro che esaltante, sia sotto l'aspetto dei risultati che - soprattutto - del gioco: se si esclude il doppio confronto contro la Puskas Akademia (contro la quale, se pur con affanno, la squadra di Raffaele Palladino ha centrato l'obiettivo qualificazione), il percorso portato avanti in questa Serie A è stato quanto mai deludente e lascia poco spazio alle interpretazioni. I tre punti nelle prime quattro giornate sono infatti il secondo peggior rendimento dell'era Commisso, alle spalle solo di quello collezionato nel 2019/20 da Vincenzo Montella, che invece nei primi quattro turni si fermò a due.

Eppure, a più latitudini e in diverse annate, non sono rari i casi di inizi di stagione a scartamento ridotto che poi, a lungo andare, si sono trasformati in galoppate dal sapore europeo. Di fatto dai primi anni 2000 ad oggi quasi tutte le "big" del nostro campionato - nell'anno in cui hanno iniziato un percorso con un nuovo allenatore - sono incappate in almeno un campionato partito sottotono che poi col passare del tempo ha portato in dote un piazzamento finale nei primi posti della classifica. E' accaduto, ad esempio, due volte a Luciano Spalletti (sia all'Udinese che alla Roma), il quale dopo una partenza incerta è riuscito a ottenere un 6° posto (in bianconero, dopo 4 punti nelle cinque giornate) e un 2° posto (in giallorosso, dopo una media di 1,14 punti nelle prime sette gare).

Ma anche Stefano Pioli in più circostanze ha dovuto fare i conti con uno start tutt'altro che eccellente: è accaduto alla Lazio (stagione 2014/15, quando nelle prime quattro giornate si fermò a soli 6 punti, prima ma riuscì comunque a concludere il campionato al 3° posto) e al Milan (quando, subentrando in corso d'opera nel 2019, raggranellò 5 punti nei primi sei match salvo poi chiudere al 6° posto). Fatto cenno anche dell'inizio modesto di Maurizio Sarri alla guida del Napoli (6 punti nelle prime cinque gare che tuttavia non ostacolarono il percorso degli azzurri, destinati ad arrivare secondi), l'avvio shock più clamoroso è quello che riguarda proprio l'avversario che domenica ha inflitto alla Fiorentina il primo ko stagionale: Gian Piero Gasperini.

Il "Gasp", approdato all'Atalanta nel 2016, nelle prime cinque gare di campionato andò ko addirittura quattro volte, vincendo una sola partita: una media di 0,6 punti a incontro che tuttavia non solo non spinse il club nerazzurro ad esonerare il tecnico ma che fu la scintilla che poi tramutò la stagione della Dea in un campionato da protagonista, visto che poi Ilicic e soci chiusero l'annata al quarto posto (che allora valeva solo l'Europa League). Niente, dunque, è perduto per una Fiorentina che sembra ancora tanto alla ricerca della sua vera identità. A patto, però, che un cambio di marcia arrivi il prima possibile.

Gli inizi di stagione più "problematici" con piazzamenti finali in Europa dal 2002 ad oggi:

Luciano Spalletti (Udinese 2002/03)
Avvio: 4 punti nelle prime cinque gare
Posizione finale: 6° posto

Luciano Spalletti (Roma 2005/06)
Avvio: 8 punti nelle prime sette gare
Posizione finale: 2° posto

Stefano Pioli (Lazio 2014/15)
Avvio: 3 punti nelle prime quattro gare
Posizione finale: 3° posto

Maurizio Sarri (Napoli 2015/16)
Avvio: 6 punti nelle prime cinque gare
Posizione finale: 2° posto

Gian Piero Gasperini (Atalanta 2016/17)
Avvio: 3 punti nelle prime cinque gare
Posizione finale: 4° posto

Stefano Pioli (Milan 2019/20)
Avvio: 5 punti nelle prime sei gare
Posizione finale: 6° posto

Raffaele Palladino (Fiorentina 2024/25)
Avvio: 3 punti nelle prime quattro gare
Posizione finale: ?