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DA PRANDELLI A BORJA VALERO: STORIA DI ADDII E COMUNICATI

di Daniel Uccellieri

"Borja Valero dica che vuole lasciare la Fiorentina is the new Prandelli dica che non andrà mai alla Juventus", questo in sintesi quello che sta succedendo negli ultimi giorni in casa viola. Una situazione particolare, senza dubbio, ma che non è nuova sulle rive dell'Arno. Ogni sessione di mercato della Fiorentina, forse per contratto, ha bisogno di un tormentone, meglio se condito da tanti comunicati, minacce e quant'altro. All'inizio toccò all'ex capitano Montolivo, scaricato da Mario Cognigni: "La vicenda Montolivo per la Fiorentina è chiusa. Il giocatore ha ribadito la volontà di andare in un club più importante e vincere. Chi non crede nei nostri valori (discorso simile a quello fatto recentemente per Borja Valero, LEGGI QUI), come lui, non può essere considerato un giocatore della Fiorentina. Ma resta comunque a disposizione dell’allenatore, deciderà lui come meglio crede, senza imposizioni".

Poi è stato il turno di Cesare Prandelli, con l'addio del tecnico di Orzinuovi fra le tonanti parole di Diego Della Valle: "Prandelli dica che non andrà mai alla Juventus". In effetti alla fine il buon Cesare alla Juve non è mai andato, passando poi alla guida della Nazionale azzurra. 

Tutto qui? Assolutamente no. Passano gli anni e la musica non cambia, ancora una volta la Fiorentina arriva allo scontro con un suo tesserato: è il turno di Neto, con la Fiorentina che a metà stagione comunica che il portiere non ha nessuna intenzione di rinnovare. "ACF Fiorentina comunica che in data odierna (il 3 gennaio 2015, ndr), attraverso i suoi rappresentanti il calciatore Norberto Murara Neto , ha ufficialmente comunicato di non voler prolungare il rapporto con la Fiorentina e di ritenere definitivamente conclusa la sua esperienza professionale con il Club. Il calciatore, ha anche precisato che non si tratta di una decisione riconducibile all'aspetto economico, ma della volontà di decidere autonomamente per il suo futuro". Montella affidò i pali a Tatarusanu, salvo poi tornare sui suoi passi dopo l'infortunio del rumeno. 

Il tormentone più recente (se escludiamo ovviamente il caso Salah e le vicende relative a questi ultimi giorni), è datato giugno 2015, quando il club viole dette il benservito a Vincenzo Montella: "ACF Fiorentina ha valutato il comportamento ultimamente tenuto dal proprio allenatore Vincenzo Montella come la precisa volontà di liberarsi da un contratto legittimamente firmato meno di due anni fa perché contenente una clausola che l’allenatore non ritiene più nel suo interesse, ma che a suo tempo aveva concordato. Così, con grande rammarico, dobbiamo prendere atto del fatto che è venuto meno il rapporto fiduciario necessario per la prosecuzione di qualunque rapporto e siamo pertanto costretti – per il bene della società– ad esonerare Vincenzo Montella. Questa situazione repentina ovviamente ci crea problemi organizzativi che dobbiamo risolvere con urgenza. Ci saremmo aspettati dall’allenatore un comportamento più chiaro, più rispettoso e meno ambiguo nei confronti di una maglia, dei suoi tifosi e di una società che tanto gli hanno dato".

Ancora una volta un comunicato arrivato "dall'alto" (come il recente relativo alla cessione della società), che prese in contropiede sia la dirigenza (in quei giorni regnava un certo ottimismo sul rinnovo del tecnico) che lo stesso allenatore. Gli ultimi due anni sono stati, se così possiamo dire, più tranquilli, nonostante le varie cene di Sousa con altre squadre (Zenit prima, Borussia poi) ed una stagione decisamente al di sotto delle aspettative. Fino ad arrivare alle ultime settimana: prima il comunicato della società sulla possibile cessione della società ai "Fiorentini veri", poi quello su Borja Valero, per cercare di far uscire allo scoperto il giocatore. Insomma, anni di passione, anni di comunicati.