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DA PUNTO FERMO A PUNTO INTERROGATIVO

di Mattia Verdorale

Dalla stagione passata la Fiorentina ha perso una certezza. Accanto ad Amrabat, un punto fisso era sicuramente Rolando Mandragora: 3.300 minuti giocati, 50 presenze, 4 gol e 5 assist conta l'ultima annatta dell'ex centrocampista della Juventus che piano piano si era preso il posto da titolare ed era diventato un punto fermo nello scacchiere di Italiano. Era lui ad essere chiamato in causa nelle sfide più importanti e decisive, ma a distanza di qualche mese qualcosa è sicuramente cambiato. L'exploit e le ottime prestazioni di Alfred Duncan hanno fatto scendere nelle gerarchie il numero 38 viola che si è visto in più di un'occasione preferire il ghanese al posto suo.

Questo lo dimostrano anche i numeri che dicono come Mandragora da inizio stagione sia partito solamente 5 volte nell'undici iniziale in 12 gare di campionato. Ha avuto più spazio in Conference dove ha giocato dal primo minuto in entrambe le sfide dei playoff contro il Rapid Vienna, e per 3 volte nelle 4 gare finora disputate nella fase a gironi. Anche in questo si evidenzia come l'inizio di stagione sia stato sulla stessa lunghezza d'onda di quella passata dove difficilmente Italiano faceva a meno di quel mix di inserimenti, quantità e qualità che era diventato elemento essenziale del suo gioco. 

Ma forse anche con l'arrivo di Arthur le cose sono cambiate. Serviva maggiore quantità accanto al brasiliano e in questo Duncan dà sicuramente più garanzie. Tra un calo di prestazioni, la concorrenza persa proprio con l'ex Sassuolo, e l'arrivo delle prime panchine, sono tanti i punti interrogativi, che pendono su di lui e a cui si fa fatica trovare una risposta. Dopo qualche piccolo infortunio che lo ha frenato e lo ha lasciato fuori dalle rotazioni, ora tocca solo al centrocampista ritrovarsi e soprattutto riscattarsi considerata questa prima parte di campionato inevitabilmente in ombra.