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DA XAVI AD ITALIANO: LA SECONDA VITA DI ARTHUR, TRA I TOP IN EUROPA NEL SUO RUOLO

di Alessandro Di Nardo

Domenica sera, stadio Diego Armando Maradona. Napoli. In mezzo al centrocampo dei campioni d'Italia, a banchettare sulle ombre di Lobotka, Anguissa e Zielinski, c'è una trottola brasiliana di 170 centimetri. Sguardo sempre alto, pallone sigillato al piede. Numero sei, come quello dei grandi enganche, come quello di Xavi Hernandez: è Arthur Melo da Goiana, colui che un tale Lionel Messi aveva definito "la cosa più simile a Xavi che avesse mai visto".La carriera di Arthur ha poi subito inciampi di cui tutti siamo a conoscenza, facendolo diventare per diversi anni la caricatura di quel giocatore che il Barcellona aveva pagato 40 milioni solamente cinque anni fa. Poi la scelta drastica, decisamente non in sincro col resto della carriera: Barcellona, Juventus, Liverpool e...Fiorentina. Ripartendo da un livello inferiore, per tornare quel calciatore divenuto un faro per il Barca e per la nazionale brasiliana.

Ecco, la rinascita di Arthur Melo è iniziata da Firenze e dall'incontro con Vincenzo Italiano, un altro centrocampista metodista, come lui, dopo Xavi. E dopo i numeri di inizio stagione mai registrati in termini di minutaggio (12 gare su 12 giocate da quando veste il viola, 9 da titolare - mentre anno scorso, a Liverpool si era fermato a 76 minuti in dieci mesi), una prestazione da direttore d'orchestra del Maggio Musicale, in casa del Napoli.  "Gli ho detto: vai contro Lobotka, vi assomigliate e chi sarà più bravo la porterà a casa" - detto fatto. Nel duello col centrocampista migliore della scorsa Serie A il brasiliano ne è uscito con elegante superiorità ed una prova maiuscola anche a livello di numeri: 72 palloni toccati, 60 passaggi riusciti (percentuale di precisione del 92%), 36 passaggi in verticale e 15 sulla trequarti. Un orologio sulla mediana: il destro e sinistro usati come lancette per scandire il ritmo del meccanismo di Italiano.

Della rinascita di Arthur, da mediano di costruzione nel 4-2-3-1, accanto ad una controparte muscolare e verticale come Duncan, si sono accorti un po' tutti in Europa, dove comanda la classifica dei top 5 campionati per lanci lunghi riusciti (91%). Se n'è accorta prima di tutti la dirigenza viola, che ha intercettato questa possibilità in piena estate, puntando su un calciatore quasi da rottamare tanto da stipulare con la Juventus un diritto di riscatto da 20 milioni legato a particolari condizioni. Una cifra che, guardando la continuità di prestazioni del brasiliano, adesso sembra stargli addirittura stretta. Sono ancora lontani i picchi di Barcellona, quando il classe '96 si era assestato al livello dei migliori centrocampisti del continente, ma la crescita esponenziale in soli due mesi di cura-Italiano non può che far sognare una città che tante volte si è illusa di aver trovato il nuovo Pizarro.