DAI LENTI PROGRESSI ALLA BENZINA DEL MERCATO
Se c’è un aspetto che sembra ora dopo ora emergere con maggior forza dalla partita di Roma contro la Lazio è che la Fiorentina, almeno sul piano del gioco, ha dato dei segnali sicuramente incoraggianti. Certo, il tutto va valutato al netto del settimo ko stagionale su sedici partite di campionato, il quarto della gestione Prandelli in nove gare, eppure rispetto allo scialbo 0-0 di domenica contro il Bologna con zero tiri in porta il ko per 2-1 contro una tra le sedici migliori squadre d’Europa (anche se ieri non certo in forma smagliante e a pieno regime) dà la tenue sensazione che, se anche ci sarà ancora da soffrire, la strada intrapresa pare quella giusta.
La paura che attanagliava la Fiorentina fino a poche domeniche fa (almeno quella) è scomparsa e il gruppo sta pian piano prendendo coscienza della nuova-vecchia disposizione tattica che dà certo più sicurezze rispetto agli esperimenti di novembre. Il tutto però - e di questo la Fiorentina ne è pienamente consapevole - dovrà essere corroborato da un robusto intervento sul mercato che dovrà garantire due/tre pedine importanti. Ovvero pronte all’uso ed esperte. E di conseguenza, forse, più costose del previsto. Sembra banale dirlo (anche perché non c’è la riprova dei fatti) ma la sensazione è che ieri a Roma, con una punta davvero di peso con un curriculum navigato alle spalle, le reti viola sarebbero state superiore all’unica gioia che ha regalato dal dischetto Vlahovic all’88’.
Ecco perché, in vista degli ultimi tre appuntamenti del girone d’andata che la Fiorentina è chiamata a non fallire per svoltare al giro di boa con almeno 20 punti in classifica, servirà al più presto un innesto di spessore per il reparto offensivo e il nome migliore, a dispetto delle smentite di rito, resta Caicedo. O lui o quantomeno uno “come” lui. Tare ieri ha ammesso candidamente che con Pradè si sarebbe parlato nell’immediato post gara. Magari sarà stata l’occasione per valutare proprio questo. C’è poi il discorso legato al centrocampo dove, eccezion fatta per Borja Valero, nessun altro giocatore pare riscontrare il totale gradimento di Prandelli per ricoprire il ruolo di play: bocciati sia Duncan (entrato nel mirino del Verona) che Pulgar (su di lui c’è il Leeds) mentre Amrabat, snaturato come regista, pare avere monumentali difficoltà quando si tratta di verticalizzare. Dopo la punta, anche una pedina del genere è sulla lista dei “desiderata” di Prandelli.
Infine il capitolo uscite: detto di Duncan e Pulgar, anche in attacco c’è chi si sta preparando a fare le valige. Sicuramente Cutrone che, come approfondito da Firenzeviola.it (LEGGI QUI), farà ritorno in pianta stabile al Wolverhampton. Ma occhio anche a Kouame, ieri peraltro elogiato a più riprese da Vlahovic. Finché non sarà chiaro chi arriverà al posto dell’ex Milan, l’ivoriano sarà tenuto nel congelatore, nella speranza che possa sbloccarsi e soprattutto possa convincere Prandelli a puntare su di lui (ad oggi del calciatore pagato 16 milioni un anno fa si è visto ben poco): con Ribery ai box almeno per un turno di campionato, l’occasione potrebbe già arrivare domenica contro il Cagliari.