DAL CALCIO AL FOOTBALL AL RUGBY
Ha parlato Rocco Commisso, lasciando come da tradizione al termine del suo intervento fiume in conferenza stampa (andato avanti per oltre un'ora e mezza) una montagna di temi di riflessione da sviluppare e sui quali riflettere, riuscendo questa volta a scansare anche momenti di scontro e/o tensione che troppe volte hanno finito per incidere sulla sostanza nel giudizio esterno.
Il nodo centrale nelle riflessioni del presidente è stato senza dubbio lo stadio, protagonista di ragionamenti transoceanici e cross-sportivi portati avanti da Commisso. Partendo com'è inevitabile che sia dal calcio e dal Franchi, la casa attuale della Fiorentina è stata definita "non all'altezza della città" e, provando a riassumere fino all'osso le lunghe riflessioni, da parte del numero uno del club viola è passata a più riprese l'immagine di una battaglia non disputata ad armi pari, più volte, e per la quale non è stato mai possibile scatenare "una guerra nel 2019", mancanza che Commisso ha considerato il suo più grande errore nel rapporto con la politica fiorentina.
Nei vari passaggi dei quasi novanta minuti dedicati perlopiù al tema stadio, sono stati creati anche punti di collegamento con altri sport americani. Tipo il football, con l'esempio dei New York Giants la cui franchigia negli anni si è spostata in New Jersey grazie a profumati incentivi economici e la volontà di collaborare data dalle autorità locali. C'è poi stata pure una finestra con il rugby, che rischia di essere argomento di enorme attualità e di moda anche nel futuro. Ne ha parlato Joe Barone, in realtà. Il dg rispondendo alle tempistiche ipotetiche per uno spostamento in caso di restyling e ai nuovi impianti presi in esame, si è sbilanciato: "Il Comune sta lavorando a dei progetti, lo stadio del rugby qua di fronte al Franchi può essere un'opzione, ma bisogna capire chi fa l'investimento". Dettagli da sviluppare, che si inseriscono in uno scenario denso di incertezze per la cui risoluzione la Fiorentina, per voce del padrone, se ne chiama fuori se non come parte lesa dagli eventi vissuti dal 2019 in poi.