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DALL'ADATTABILITÀ AL 4-3-3: LA TESI DI VINCENZO ITALIANO

di Giacomo A. Galassi

“Perché faccio l’allenatore?”. Comincia con questa domanda la tesi con cui Vincenzo Italiano ha preso il patentino da allenatore UEFA Pro 2019/20. Un elaborato nel quale il promesso sposo della Fiorentina parla del passaggio da giocatore ad allenatore e di tutti i problemi e i vantaggi che questo può comportare. Una tesi elaborata dopo le esperienze a Trapani e allo Spezia, dove lo ha voluto fortemente l'allora ds Guido Angelozzi dopo averlo visto portare una squadra costruita alla rinfusa ad una storica promozione in Serie B.

Italiano spiega che diventare allenatore è stato un passaggio "naturale" dopo la carriera da calciatore (nel ruolo di regista), una carriera nella quale spesso - spiega lo stesso tecnico siciliano - si è trovato in squadre partite per salvarsi e finite a lottare in cima alla classifica. Un'operazione che nasce dall'organizzazione e dall'identità: gli stessi ingredienti che Italiano vuole portare a Firenze.

Italiano considera "la mano dell'allenatore" come fondamentale per avere la giusta gestione della squadra dentro e fuori dal campo. "L’allenatore pensa “h24” alla squadra, alla metodologia di lavoro, alle sorti di un campionato (raggiungimento di obiettivi), l’inevitabile ansia di fare punti, senza mai snaturarsi nelle proprie idee o principi, semmai capire quando è necessario porre “accorgimenti”, creare nuovi adattamenti, capire i segnali che la squadra ti manda direttamente o indirettamente", scrive in un passaggio dell'elaborato.

In particolare Italiano considera molto importante quello che definisce "Principio dell'adattabilità": la capacità di un tecnico di adattarsi al materiale umano che gli viene consegnato. Un mister non deve essere granitico, ma lavorare con le caratteristiche dei propri giocatori. Per quanto riguarda il modulo, già nella tesi si parla del tanto amato 4-3-3, così da avere "un calcio verticale e aggressivo". Un sistema di gioco imposto già a Trapani e a La Spezia e che sarà l'impronta su cui formare la Fiorentina che verrà.

83 pagine insomma in cui viene spiegato l'Italiano-pensiero: avere la palla il più possibile così da mettere pressione agli avversari. La speranza da parte della Fiorentina è che il classe '77 nato a Kalsruhe possa mettere in atto i propri principi anche a Firenze.