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DALL’ANNUNCIATA ESPLOSIONE AL CALVARIO IN INFERMERIA: L’ANNUS HORRIBILIS DI SOTTIL

di Alessandro Di Nardo

Un anno fa di questo periodo, Daniele Pradé non aveva dubbi: “Da chi mi aspetto il salto di qualità la prossima stagione? Punto su Sottil, mi sembra pronto per diventare ancora più decisivo”. Un’opinione che sembrava condivisibile per il momento: Riccardo Sottil arrivava dal primo vero anno da protagonista a Firenze, 29 partite, 15 da titolare con 4 gol e 2 assist e l’impressione di essere in rampa di lancio per prendersi una maglia da titolare. Profezia che, dodici mesi dopo, possiamo dire tutt’altro che azzeccata quella del DS della Fiorentina. Sottil ha finito la stagione 2022/23 come l’aveva iniziata, ai box, indisponibile per la finale di Praga.

Prima, l’estate scorsa, un infortunio che gli aveva tolto la possibilità di esordire in Nazionale, poi qualche flash al tramonto dell’estate, come la grande prestazione all’andata contro il Twente. Sembrava il preludio al definitivo “scatto di carriera” e invece a metà settembre l’ennesimo problema fisico, stavolta alla schiena, un infortunio che lo costringerà ad operarsi a dicembre ed a saltare cinque mesi. Rientra a febbraio inoltrato, giusto in tempo per partecipare alla rinascita primaverile dei viola; mai davvero da protagonista però, ad eccezione della sfida di ritorno contro il Lech Poznan in Conference, quando da subentrato realizza la rete che frena il tracollo dei suoi.

A bocce ferme, il bilancio dell’esterno recita 26 partite giocate, 10 da titolare, 1 gol e 3 assist, numeri in calo rispetto ad un anno fa. Non sono stati solo gli infortuni a bloccare la crescita di Sottil: ala debordante in progressione, anche nel finale di campionato, quando sembrava fisicamente recuperato, a Sottil più che la brillantezza atletica è continuata a mancare la scelta al momento dell’ultimo passaggio, una visione di gioco mai davvero sviluppata. Alla sua quarta stagione in Serie A, Sottil ha dimostrato di poter essere per adesso soltanto un buon sostituto, capace di incidere prevalentemente a partita in corso. Il salto di qualità è rimandato al prossimo anno, anche se la Fiorentina rifletterà su un calciatore che, superati i 24 anni, non può essere più considerato una futura promessa.