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DANIELE PRADÈ E PANTALEO CORVINO: DESTINI INCROCIATI

di Giacomo A. Galassi

In uno dei momenti più difficili della storia recente della Fiorentina è inevitabile che le analisi debbano essere fatte a 360° gradi. E visto che è necessario analizzare ogni aspetto della società viola attuale, appare giusto anche fare un confronto tra le due grandi personalità che hanno diretto la gestione tecnica della Fiorentina negli ultimi 13 anni: Pantaleo Corvino e Daniele Pradè.

Il primo, arrivato nella Fiorentina dal Lecce nell'ormai lontano 2005, fece fin da subito capire qual era (e qual è tuttora) il suo modo di operare:  trattative nascoste dagli occhi dei giornalisti, molti affari nei paesi balcanici e grandi investimenti in giovani per poi un giorno fare plusvalenze su cui costruire i calciomercati futuri. I risultati della Fiorentina del direttore di Vernole, specialmente sotto la gestione Prandelli, furono affatto negativi visto che in quegli anni la Fiorentina raggiunse ben due volte la Champions League (con ottimi risultati nella coppa europea) e riuscì a superare i drammi dello scandalo calciopoli con discreta brillantezza.

Poi il 2012, l'anno di Mihajlovic, Delio Rossi e Guerini sulla panchina viola. Un anno terribile, condito dalla tredicesima posizione in campionato e da un ambiente caldissimo. A Corvino non fu perciò rinnovato il contratto chiamando al suo posto, dal maggio 2012, l'altro protagonista di questa storia: Daniele Pradè.

Con Pradè arrivarono Montella in panchina e i vari Gonzalo Rodriguez, Borja Valero e Pizarro in campo. Sono stati anni di bel gioco e discreti risultati, con investimenti che Corvino si era potuto permettere solo il primo anno della Champions (su tutti, urge ricordare i soldi spesi per Mario Gomez). I risultati delle squadre dirette da Pradè sono stati molto positivi, con continue apparizioni in coppa e grandi prestazioni sia in Italia che in Europa.

Però qualcosa anche con Pradè, dopo qualche anno si è rotto e nel 2016 a dirigere la gestione tecnica della Fiorentina è stato richiamato proprio Corvino, questa volta con il ruolo di direttore generale ma in sostanza con gli stessi poteri dell'incarico precedente. Il motivo principale? Il bilancio in rosso della Fiorentina. A Pradè non è infatti riuscito di portare assieme ai risultati dei conti che facessero sorridere la famiglia Della Valle, che non ha avuto la voglia e il coraggio di continuare un'attività in perdita.

Adesso però Pradè fa faville nella Sampdoria che punta dritto verso l'Europa e la Fiorentina è nel pantano della ricostruzione. E se qualcuno cerca una motivazione della contestazione verso i Della Valle è facile trovarla nelle scelte che hanno fatto i due fratelli marchigiani (o chi per loro) nei confronti di Corvino e Pradè, direttori dai destini incrociati così diversi tra loro.


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