DARE UN SEGUITO
Il k.o. interno con il Cagliari l'ultimo di una lista troppo lunga. Abbiamo già analizzato su queste pagine come la Fiorentina sia caduta soprattutto al cospetto delle "piccole" (LEGGI QUI) finendo sconfitta con Verona, Crotone, Chievo, Sassuolo e non andando oltre il pareggio con Spal o Genoa. Punti dilapidati durante il percorso che hanno fatto la differenza sul finale e che rendono meno amaro il pareggio tra Atalanta e Milan.
Seppure strida la mancata contemporaneità delle partite per incassare i soldi delle tv, i viola non sono fuori dall'Europa per un "biscotto" andato in scena a Bergamo. La Fiorentina ha perso l'Europa perchè, semplicemente, non era stata costruita per questo. Quanti e quali fossero i paletti che hanno condizionato il mercato estivo di Corvino sono arcinoti, così come conosciute sono ormai le motivazioni che hanno spinto il d.g. e Freitas a determinate scelte.
Che questa squadra, poi, avesse i pregi e le pecche di ogni squadra giovane (vedi il finale di domenica con tanto di rissa) era altrettanto risaputo. Sotto questo profilo, qualche mese più tardi, il bilancio di Corvino resta positivo in entrata e in uscita, anche se meritevole di ulteriori ritocchi da avviare il prima possibile.
Chi è partito non si è fatto rimpiangere (leggere alla voce Kalinic, Vecino e Borja Valero) e chi è arrivato ha in un certo modo stupito (Veretout in particolare ma lo stesso score di Simeone ha il segno +) eppure la sensazione è che alla fine la Fiorentina abbia chiuso la sua corsa nel suo naturale alveo, o almeno in quello che per forza di cose la riguardava sin dall'inizio della stagione, quando a Moena Pioli vedeva più partenti che volti nuovi.
Una squadra che sarebbe oscillata tra l'ottavo e il decimo posto, quindi fuori dall'Europa, era quanto di più prevedibile ci potesse essere, e per questo anche previsto. Non si capisce, perciò, quali scuse dovrebbero essere rivolte a club e dirigenti per non ben precisate critiche, così come al tempo stesso non si comprende come a lungo una parte della critica abbia persino tirato in ballo eventuali rischi di retrocessione.
Un minimo sforzo di equilibrio aveva già partorito previsioni non troppo distanti da quanto accaduto, ovvero la chiusura della stagione in un'anonima metà classifica, inevitabile per un gruppo giovane e integralmente ricostruito. Se, come ha detto Della Valle domenica dopo il Cagliari, è stato aperto un nuovo ciclo, mai come adesso è arrivato il momento di dare seguito all'anno zero e rinforzare ulteriormente la squadra.
Quanto al rapporto con la piazza, o alla vicinanza al gruppo sportivo, il ritorno degli ultimi mesi sembra preludere a qualcosa di positivo. Perchè la Fiorentina, sfiorando l'Europa League, è andata ben oltre i propri limiti ma si è anche esposta al rischio di un arrivo in piena riserva come avvenuto proprio domenica nell'ultima gara davanti ai propri tifosi. Dunque da oggi in poi, con tecnico e calciatori che hanno certamente fatto la loro parte, spetta soprattutto a proprietà e società dare seguito a quanto di buono è stato fatto.