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DATECI L'ISLANDESE. I "COCCHI" DEL MISTER NON SERVONO

di Sonia Anichini

Non vorrei che si offendesse il nostro allenatore, ma avrei da fare una considerazione su alcuni suoi diciamo “preferiti”. Credo che ognuno di noi abbia il suo o i suoi calciatori del cuore, li abbiamo in coloro che vestono la maglia viola o fra coloro che restano, purtroppo, nei nostri desideri. Io è da tempo che non riesco più ad affezionarmi a qualcuno in particolare, il tempo delle bandiere è finito da anni e il calcio moderno porta gli interpreti a pensare più alle soddisfazioni economiche che a quelle tecniche.

Non sto ancora a parlare delle convinzioni di Palladino sulla ormai arcinota fase difensiva che tanti malumore sta sollevando, ma mi riferisco a due giocatori che invece dovrebbero assistere la fase offensiva e che sono Ikonè e Sottil. Quando il Mister ha esternato che era addirittura “innamorato” del nostro Jorko sono trasecolata e mi sono chiesta se avesse mai visto come ha giocato in questi due anni a Firenze. Capisco motivare i ragazzi, ma il francese non ci ha mai dato modo di capire e conoscere le sue doti, ammesso le abbia, e sono più le volte che ha fatto imprecare i tifosi, ma sono convinta anche il buon Italiano a suo tempo, che entusiasmare.

Ora, va bene che l’amore è irrazionale e non conosce limiti ma non capisco che cosa pensi di ottenere Palladino da questo giocatore che, anche col suo ingresso a Bergamo, ha dato il solito contributo inconsistente e mi verrebbe da dire che questa infatuazione calcistica non è proprio corrisposta o almeno Ikonè non fa proprio niente per farla esplodere.

Dall’altra parte c’è Sottil, anche lui unto dal tecnico al suo arrivo battezzando questo come l’anno della sua consacrazione. Pure qui ci sarebbe da far presente che sono diversi campionati che si aspetta che questo ormai non più giovanissimo giocatore esploda e si imponga nel calcio ma, pure lui, va ad inserirsi nell’elenco delle tante, troppe, delusioni. A differenza del francese, il nostro Riccardo a volte pecca di presunzione e di atteggiamenti un po’ sopra le righe anche se va dato atto che gli infortuni lo hanno perseguitato.

Queste due figure, che sembrano una specie di “cocchi” del Mister, sarebbero state importanti ma penso che, nonostante le lusinghe dell’allenatore, il contributo qualitativo che potranno dare alla Fiorentina sarà il solito e quindi non sufficiente. Mi sono anche chiesta come mai non si sia riusciti a cederli e la parte più acida di me dice “perché nessuno li ha voluti”, quella più accomodante “perché Palladino non ha voluto”. Ci credo poco, ma se il Palla li vede coi cuoricini negli occhi…

Menomale che per coadiuvare Kean si è pensato a prendere altri uomini, da un Gosens che si è subito ambientato e messo a disposizione della squadra e del centravanti, a un Gudmundsson che ancora resta un oggetto misterioso ma sul quale riponiamo tante speranze. La prima è quella di vederlo in campo contro la Lazio, forse solo per uno spezzone di gara, ma almeno sarebbe un segnale di ripresa dell’islandese. La stessa ripresa che ci aspettiamo dalla Viola che per ora ha solo tre punti in classifica, frutto di tre pareggi, ma che troverà sulla strada un avversario che anche fra le nostre mura di casa ci ha creato sempre problemi e svariate sconfitte.

Sento in giro voci che invocano già l’allontanamento dell’ex Monza ma mi pare decisamente prematuro pensare all’esonero ma serve appunto un guizzo per provare ad invertire un trend non certo entusiasmante. Se l’amore per la Viola non si discute, vorremmo però evitare di rammaricarci dopo ogni partita giocata.

La Signora in viola