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DATEMI UN MARTELLO

di Giacomo A. Galassi

C'è un aggettivo che ricorre molto spesso nel descrivere Beppe Iachini e il suo atteggiamento: "È un martello". L'ultimo in ordine di tempo è stato Dragowski, intervistato stamani dalla Gazzetta, ma prima di lui già Pezzella e Benassi avevano descritto l'allenatore viola come un martello.

Segno inconfondibile del marchio di fabbrica di Iachini, prima da giocatore poi da allenatore, citato anche da una nota canzone di Rita Pavone hit degli anni '90. Per il tecnico viola non deve essere stato semplice restare lontano dai campi e dai suoi giocatori così a lungo, anche se si è sempre fatto sentire via telefono chiamando ogni giorno la squadra per controllare che tutti si allenassero a dovere e svolgessero la tabella preparata dallo staff viola.

Iachini resta il primo ad essere preoccupato per la questione infortuni e per le incognite che il virus lascia su chi l'ha avuto e adesso sarà messo sotto sforzo. Ma del lavoro duro ha fatto un mantra e non mollerà di un centimetro, tanto più ora che i giocatori dovranno incanalare energie per due mesi di fuoco. I prossimi quindici giorni di preparazione saranno decisivi per il futuro della Fiorentina e presumibilmente di Iachini: tutti si aggrappano al martello Iachini. Che cosa ci vuol fare la Fiorentina?