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DAVIDE, UN ANNO DOPO

di Andrea Giannattasio
Fonte: dal nostro inviato a San Pellegrino Terme (BG)

L’alba in Val Brembana è un fiume senza fine di auto che, dal cuore della provincia di Bergamo, si spinge verso sud, per iniziare il lavoro quotidiano. Il 4 marzo però è un giorno diverso. Perché fin dalla giornata di ieri per tutto il paese di San Pellegrino i tabelloni informativi sparsi lungo il fiume Brembo annunciavano la messa in suffragio di Davide Astori, scomparso un anno fa in una notte che ha lasciato sospesi ancora tanti perché. Tutti hanno voluto esserci per celebrare “il Davide”, come lo chiamano da queste parti. La Fiorentina al completo, con il presidente Cognigni, il vicepresidente Salica e il dg Corvino. Ma anche una folta delegazione del Cagliari, dal numero uno Giulini fino a Daniele Conti, compagno di tante battaglie di Astori. E poi Saponara, il primo dopo la funzione in suffragio del capitano viola ad andare al cimitero, per cercare qualche istante di privacy e nascondere dietro gli occhiali da sole le lacrime che ancora lo attanagliano ogni qual volta si nomina Davide. E poi dopo di lui Badelj assieme alla compagna, che davanti alla lapide del piccolo cimitero di San Pellegrino sotto cui riposa Astori ha mostrato sul suo smartphone il frutto dell’amore con Milan. Con loro anche Luca Antonelli (compagno di DA13 dalle giovanili rossonere fino alle soglie della Nazionale) ed i genitori di Andrea Lazzari, bergamaschi e amici di babbo Renato e mamma Anna di lunghissima data.

“Tutti qua conoscevano il Davide” racconta il barista davanti alla parrocchia di San Pellegrino: “Era un ragazzo di rara umanità. L’anno trascorso senza di lui ci ha procurato un dolore immenso”. La funzione, celebrata da don Gianluca Brescianini, ne ha dato la prova: oltre 300 persone hanno riempito la piccola chiesa nel cuore del paese e tutti, dopo la cerimonia, hanno voluto prendere parte al serpentone che con la Fiorentina in testa ha raggiunto il camposanto ai piedi delle montagne, cupe come il cielo in un giorno di lutto. È stato capitan Pezzella a deporre sulla lapide in rame disegnata dal fratello Bruno e realizzata da babbo Renato il mazzo di fiori che la squadra ha portato in ricordo del suo numero 13. Poi il momento di raccoglimento, dove il più commosso è stato Simeone, devastato dal pianto, e con lui Pioli e Corvino. È il momento dei saluti, la Viola deve ripartire. I genitori di Davide sono gli ultimi ad andarsene: restano con il calore dei figli e dei parenti, dopo aver stretto centinaia di mani ed aver ricevuto innumerevoli abbracci. Il sole è alto e la vita in Val Brembana riprende tranquillamente. Davide non se n’è andato: un anno dopo è sempre con noi.