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DELI(RI)O ROSSI

di Marco Conterio

E' stata una giornata dai sapori antichi. Entusiasmo. Tifosi col sorriso e non con gioie represse e malumori regressi. Fibrillazione ed attesa. Firenze ha accolto così Delio Rossi: che da subito ha alzato le mani e ha avvertito tutti. "Non sono il salvatore della patria. Aiutatemi per fare qualcosa di bello tutti insieme". Tutti, appassionatamente, per la Fiorentina. Ecco la prima ricetta del Dottor Rossi, uno con un cognome qualunque ma con un carattere ben definito. Uomo d'esperienza, scafato, anche col microfono davanti. Non si lancia in proclami perché vuol demarcare nettamente la linea che lo separa da Sinisa Mihajlovic. L'ambizione da prima pagina contro il sogno chiuso nel bunker. La faccia da duro contro la voce flebile e la battuta ficcante. Diavolo e acqua santa, due facce di una medaglia che oggi racconta di una nuova era per la Fiorentina.

Patti chiari, amicizia lunga. Milan, Palermo, Inter, Roma. Quattro big, tutte d'un fiato, sono un tour de force che Firenze dovrà forse assorbire con pazienza e senza fare voli pindarici. Rossi, oggi, è stato chiaro. "Non sono Padre Pio". Sacro e profano a parte, quel che è certo è che i suoi comandamenti sono chiari e distinti: niente movida, perché un suo professionista non si comporta così. Lavoro. Vita dedicata alla squadra, alla maglia. Musica per le orecchie dei tifosi, che incantati dal verbo di Delio, lo hanno incitato in delirio nella tribuna del Franchi. Piedi per terra, è vero. Però il sapore antico dell'euforia tutta fiorentina era nell'aria ieri, e poco importa se, come ha detto il nuovo mister prima di sedersi davanti ai microfoni "non abbiamo mica vinto niente". Per la città, questo, è già un buon passo per iniziare a farlo.