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DETTO, FATTO: NICO DIVENTA LEADER NELLA NOTTE DI POZNAN

di Alessandro Di Nardo

Chi lo ha visto dal vivo mercoledì sera nella sala stampa del Miejski aveva già avvertito qualcosa di diverso, sia nel modo di porsi alla stampa che nelle parole. Una luce differente negli occhi, una presenza più sicura e alcune dichiarazioni che facevano trapelare la consapevolezza di essere lontano dal rendimento che tutti, media e tifosi, si aspettavano da lui: "Domani proverò a fare quello che so fare meglio dentro il campo. Per me è molto importante fare bene, vediamo se riesco ad essere quel Nico Gonzalez che quando è arrivato qui faceva la differenza (...). Chi gioca deve dare la vita e lasciarla in campo, a me piace giocare queste partite".

 Frasi che avevano infiammato i tifosi viola, ma il merito di Nicolas Gonzalez è stato quello di far seguire alle parole i fatti. I 51 minuti giocati dal talento di  Belén de Escobar sono un manifesto di cosa significhi essere leader, sia tecnico che carismatico: è il numero ventidue che si prende il primo pesante possesso in attacco,  un'azione in isolamento quasi cestistico sulla destra che termina con un tiro a giro che, terminato sul palo e poi sulla schiena di Bednarek, di fatto propizia l'1-0 di Cabral; è  sempre il numero ventidue che, poco dopo, con un'azione simile, costringe la difesa avversaria a collassare su di lui, smarcando Brekalo, che colpisce il palo; è soprattutto lui che, al 41', una manciata di minuti dopo il pareggio del Lech, sovrasta in elevazione Rebocho, rimanendo sospeso in aria per un tempo non ben definito ma necessario per far tornare l'avversario al piano terra e schiacciare di testa per il 2-1.

La partita di Nico è arricchita anche da un travolgente break palla al piede che divide in due il Lech Poznan (nell'occasione l'argentino, dopo sessanta metri palla al piede, sbaglia poi il dosaggio dell'assist per il taglio di Dodò) e da una serie di ripiegamenti difensivi che alzano di volta in volta il morale della squadra. L'argentino esce poi a inizio ripresa dopo aver accusato un giramento di testa che non dovrebbe spaventare i tifosi viola per le prossime gare, ma in meno di un'ora di gioco marchia a fuoco un quarto di finale europeo, risultando decisivo nel momento del bisogno. Non un compito da supereroe, ma una richiesta che il popolo fiorentino si sentiva legittimato a fare verso un calciatore che rimane pur sempre l'acquisto più oneroso nella storia del club.

Se però era lecito aspettarsi qualcosa in più rispetto a quanto l'argentino avesse fatto vedere negli ultimi mesi, proprio l'aumento delle aspettative di addetti ai lavori e tifosi poteva rappresentare un'incognita per Nico, chiamato per la prima volta da quando è a Firenze a scacciar via le critiche recenti. In un sol colpo quindi, nella catino del Miejski, Nico ha silenziato tutte le polemiche sul suo conto, dimostrando di poter essere giocatore decisivo anche ad alti livelli. Lo ha fatto dopo averlo dichiarato ventiquattro ore prima, come a volersi mettere ancora più pressione addosso: se è vero che è la pressione a creare il diamante, a Poznan può esser stato finalmente forgiato il gioiello più prezioso di questa Fiorentina.