DI CRESCITA IN CRESCITA
Nel post partita di Crotone, Paulo Sousa se l’era addirittura presa quando gli era stato fatto notare che per la prima volta in stagione la sua squadra non aveva subito gol per la terza partita consecutiva. Quasi un record, durato però appena due settimane visto che oggi la sua formazione (rimaneggiata tanto in difesa quanto a centrocampo) è riuscita nell’impresa di sfatare un tabù che durava addirittura dal gennaio 2014, quando per addirittura quattro partite consecutive la retroguardia viola restò inviolata. Meglio non chiedergliene conto, chissà come avrebbe potuto reagire (benché la sua ennesima, gratuita e non richiesta sferzata alla stampa sia in ogni caso arrivata).
Il dato però resta in ogni caso importante e certifica che la Fiorentina sia una squadra in crescita di condizione, nonostante i dodici nazionali che hanno volato in lungo e in largo per il mondo nel corso di queste settimane. Certo, il calendario non era proibitivo ma la sensazione che davvero la squadra possa credere fino alla fine ad un piazzamento europeo - per quanto difficile - resta ancora viva, visto e considerato che nelle prossime due sfide i viola se la vedranno contro Sampdoria ed Empoli mentre per le altre là davanti (Milan, che ha già frenato, ed Atalanta) inizieranno i primi scontri diretti.
Il successo di oggi è importante però soprattutto per un singolo di casa viola, quella pepita d’oro nero chiamata Babacar. Il gioiello recapitato sulla sua testa da Milic al 6’ della ripresa e trasformato in platino dal bomber senegalese certifica che Baba è una risorsa fondamentale per la Fiorentina (la sua media-gol è nettamente migliore rispetto a quella di Kalinic) e può rappresentare un punto di ripartenza decisivo nella Fiorentina che nascerà dal prossimo giugno. Del resto che ad Eusebio Di Francesco Baba sia sempre piaciuto (e tanto) non è certo un mistero. Ed oggi il suo segnale, il numero 30 viola lo ha lanciato forte e chiaro.