DI SEGNALE IN SEGNALE
Quelli in questione sembrano pure banalità a confronto con il resto. Eppure, gioco forza, anche continuare a raccontare la normalità (tanto più in termini sportivi) è un modo per non arrendersi a logiche del terrore. Certamente quanto accaduto ieri a Bruxelles ha fatto passare la voglia di parlare (di qualsiasi argomento), ma è indubbio che tornando a quelle che sono le vicende inerenti la Fiorentina, la maggior parte degli appassionati è ancora alle prese con una sensazione già conosciuta.
Quella di ritrovarsi alle porte della primavera con una stagione che non sembra (sottolineiamo "sembra"...) avere più niente da dire, con obiettivi ormai troppo lontani, con rivoluzioni all'orizzonte ancora tutte da chiarire e con il solito scollamento tra proprietà e tifoseria per niente alleviato dal silenzio che filtra dal Campo di Marte. Niente di nuovo sotto il sole, ahinoi, se non fosse che la massima differenza rispetto al passato è rappresentata da un tecnico che, in fondo, da queste parti è appena arrivato.
Tanto che vien quasi da chiedersi se Sousa non abbia deciso di scegliere la via dello stacco per non alimentare ulteriori tensioni. I tre giorni concessi dopo il pareggio di Frosinone completano una gestione divisa tra il "ruolo da intrusi" e quella voglia di "arrivare fino alle stelle", caduta sotto i colpi della realtà e di un mercato di gennaio pressochè inesistente. Però, oggi che ancora non tutto è perduto, il rischio è sempre quello degli altri anni: buttare tutto a mare, e pensare di ripartire decidendo sul momento.
Quel che non dovrebbe fare la Fiorentina, in altri termini, sarebbe ritrovarsi a fine maggio con casi aperti in campo, in panchina, e anche sulle scrivanie della società. Perchè se in ambito di programmazione c'è sicuramente da migliorarsi, tanto vale cominciare il prima possibile. Fermo restando che, appunto, niente è ancora del tutto perduto, e più che il silenzio che regna anche al cospetto dei campini disabitati fino a domani, sarebbe il caso risuonasse la rabbia e la voglia di rivincita di un gruppo che ha sbadatamente perso quattro punti per strada.