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DIFESA HORROR: PEGGIO CHE CON SINISA. MA CON PRANDELLI...

di Andrea Giannattasio

Dieci reti subite in appena sette gare sono un bottino decisamente eccessivo per la Fiorentina. Un numero così alto che nelle ultime ore ha fatto scattare un vero e proprio campanello d’allarme nella testa di Stefano Pioli, che ha intenzione di sfruttare la sosta per le Nazionali per lavorare il più possibile sulla sua linea difensiva per arrivare preparato al match del 15 ottobre contro l’Udinese. Anche se infatti mancheranno Astori e Pezzella (entrambi impegnati con le rispettive selezioni), nella testa del tecnico viola si sta facendo sempre più spazio l’idea di lavorare a fondo sulla difesa a tre, un esperimento tattico già provato nelle scorse settimane (soprattutto nei minuti finali di Fiorentina-Bologna) e che potrebbe prevedere l’impiego anche di Vitor Hugo, finito ai margini della rosa dopo la figuraccia all’esordio a San Siro.

È un’idea, ma non è la sola. Visto che per arginare l’emorragia difensiva andata in scena nei primi sette turni di campionato ci sarà tanto da lavorare. Un passivo già in doppia cifra come quello raggiunto domenica a Verona è un dato preoccupante, se si pensa che la Fiorentina non incassava 10 reti nelle prime 7 giornate addirittura dalla stagione 2005-2006, la prima di Cesare Prandelli sulla panchina viola. Allora, però, là davanti c’era un certo Luca Toni in grado di sopperire anche a qualche lacuna di troppo in fase difensiva (nonostante le tante reti prese, la squadra al 7° turno era 4a in classifica con 13 punti). Nemmeno nelle devastanti annate con Mihajlovic in panchina la retroguardia viola se l’era cavata così male (9 gol nel 2010-2011 e 6 l’anno dopo). Adesso invece in attacco si vive alla giornata in attesa che Simeone esploda definitivamente, Saponara torni a regalare magie come ad Empoli e Chiesa trovi sempre la perla della domenica. Ma questo, di certo, non può bastare.