.

DONADEL, Una vita da gregario

di Marco Conterio

E' l'esercito degli uomini da B-Side. Quello dei gregari taciturni, quello dei manovali che prestano gambe e polmoni al servizio degli ingegneri e degli architetti della Fiorentina. Sono i tasselli silenziosi del mosaico viola, pedine imprescindibili di un progetto che vanta stelle e faticatori, campioni e onesti lavoratori che ogni settimana sciabolano per i campi d'Italia e d'Europa, lasciando l'onore del fioretto ai compagni più rinomati.

Sono loro, però, che fanno le fortune di un club, tanto quanto gli uomini da copertina. A partire da Beppe Iachini, passando per Christian Amoroso, Tomas Repka, Pasquale Padalino, Jorg Heinrich, Giovanni Piacentini, Michele Serena, Alberto Malusci, Stefano Pioli, per finire a quelli dei giorni nostri: Gianluca Comotto, Per Kroldrup, Massimo Gobbi, Zdravko Kuzmanovic, Sergio Almiron, Luciano Zauri.

"Una vita da gregario", la colonna sonora riadattata per questi giocatori. Marco Donadel, in riva all'Arno, ne è l'esempio principe: grande trascinatore in campo, cuore e polmoni al servizio di Toni prima, Mutu e Gilardino poi. Non è un caso se Prandelli, nonostante il Biondo Leone non abbia collezionato molti caps in questa stagione, porti l'ex centrocampista del Parma in palmo di mano. Non si diventa "pupilli" di un tecnico per caso, soprattutto se questo si chiama Cesare Prandelli.

Ci piace parlare anche del "lavoro oscuro", talvolta, lasciando da parte tacchi, rovesciate e veroniche. Il sudore dei mediani è una delle ultime poesie del calcio moderno, il "palla, piede o terra" una delle ultime filastrocche che adoriamo in tempi di uomini speciali e craque sudamericani. L'umiltà e la costanza con cui Donadel e molti altri, ieri come oggi, hanno sempre dedicato alla causa viola, ogni tanto, merita una copertina. E non demorda, il Leone della Fiorentina. Prandelli lo sa che c'è, Prandelli ci conta e ci conterà sempre. In fondo, se Gilardino può suonare il suo violino, se Jovetic sboccerà presto, se Mutu può cercare sempre e comunque i suoi affondi in attacco, è grazie anche al lavoro degli onesti gregari di centrocampo come Donadel.