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DUE BIG TRATTENUTI, UN CASO DA GESTIRE E L'IDENTITÀ DA RITROVARE

di Tommaso Loreto

L’intrigo Amrabat a sancire il gran finale del mercato invernale. Chi temeva di annoiarsi nell’ultimo giorno di trattative è stato in fretta smentito e ancora a lungo si ricorderanno le ultime movimentate ore intorno al marocchino mentre il pressing del Barcellona proseguiva. Quel che sembrava una boutade è diventata in fretta una ridda di voci, per l’offerta del Barça prima, per la reazione del calciatore poi, e infine per il rifiuto viola.

Tutti aspetti rimbalzati a ridosso del gong finale e allontanati definitivamente una volta che dalla Spagna era arrivata la certezza dell’impossibilità da parte del club spagnolo di poter mettere sul piatto un obbligo di riscatto da quasi 40 milioni da completare a fine stagione. Non uno scherzo, anche a giudicare dai successivi retroscena che hanno tirato in ballo persino il Chelsea orfano di Jorginho (finito all'Arsenal).

La quarta finestra invernale della gestione Commisso va in archivio con due big trattenuti a fronte di offerte pesanti (Nico e Sofyan) ma anche con un nuovo caso da gestire, perché la mancata convocazione di Amrabat per la gara di oggi (fondamentale) anticipa un lavoro di ricostruzione nei rapporti che andrà portato avanti fin da subito, se non proprio all’interno dello spogliatoio quanto meno nei contatti con un entourage apparso all’improvviso,  certamente troppo tardi, nell’ultimo giorno di mercato e a seguito di una visita al Nou Camp dello stesso calciatore.

Rapporti per forza da rivedere, oggi, anche tra il mediano e i tifosi rimasti certamente delusi da come, rapidamente, lui stesso aveva aperto all’ipotesi di nuove avventure con la storia sibillina pubblicata su Instagram. 

In mezzo a scenari di questo tipo vanno però ricordate anche le altre mosse: lo scambio Gollini-Sirigu, l’arrivo di Brekalo per circa 1,5 milioni, l’acquisto ex-novo di Barak dal Verona a 5 milioni (ben al di sotto del riscatto automatico che sarebbe scattato prossimamente) e anche l’operazione Sabiri già rivolta alla prossima stagione con i 2 milioni versati alla Sampdoria che avrà il marocchino fino all’estate. Sostituzioni che non cambieranno troppo il volto della squadra di Italiano, di certo non nelle disponibilità offensive centrali, ma che intanto consegnano al tecnico almeno di un paio di nuove alternative (portiere ed esterno). 

Insomma, a pesare sul bilancio finale di questo mercato è sempre e comunque quella difficoltà cronica nel segnare che la società conta di superare con gli stessi interpreti, affidandosi ancora a Jovic e Cabral e magari anche a Kouamè o Nico Gonzalez, nonostante una prima parte di stagione fin troppo altalenante e rinunciando alla ricerca di un nuovo centravanti. Un aspetto determinante, pur tenendo di conto il nuovo terremoto che ha riguardato un altro pezzo grosso in rosa.

Perchè senza entrar nel merito delle diverse vicende vissute nei primi 4 anni di questa proprietà è soprattutto sull'identità del gruppo che la Fiorentina dovrà tornare a lavorare, un anno dopo aver perso un centravanti non ancora del tutto sostituito, sei mesi dopo l'addio a un regista che molti ancora rimpiangono e con il protagonista dell'ultimo mondiale in Qatar che da fulcro del centrocampo si è trasformato in fretta a spasimante del club catalano, rischiando seriamente di ritrovarsi ora in una condizione da separato in casa. 

Come se, in questi ultimi anni, con così tanta voglia di andarsene da parte dei calciatori più importanti (o di separarsene) fosse praticamente impossibile costruire un gruppo stabile e attraverso l'appartenenza pronto a crescere nel tempo lungo un programma sportivo duraturo. 

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