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DUE DESTINI

di Marco Sarti

Dopo la prima giornata di Montella a Firenze ed aspettando la firma sul contratto, Daniele Pradé lavora sia sul mercato in entrata che su quello in uscita. Due delle situazioni più calde ed importanti sono quelle che riguardano gli esterni Vargas e Cerci. Due situazioni simili e diverse allo stesso momento per due giocatori il cui talento è indiscutibile tanto quanto i loro caratteri non proprio semplici. Entrambi hanno una valutazione intorno ai sette milioni di Euro ed entrambi potrebbero lasciare la maglia viola in questa calda, caldissima, estate.

Il peruviano è ormai alla porta. Nell'ultima stagione l'ex Catania ha deluso un po' tutti. Tra uscite notturne e infortuni, il capitano peruviano non è praticamente mai sceso in campo. A poco valgono dunque i discorsi intorno al suo talento, sempre troppo costretto dal carattere non proprio iper professionale che si porta dietro. Il suo destino sembra quindi lontano da Firenze, la società è pronta a venderlo ed alcune squadre di Premier e Bundes sono pronte ad accoglierlo.

Discorso un po' diverso per Cerci. L'Henry di Valmontone resta un grande talento che quando ha voglia può dare un grande aiuto alla squadra. L'anarchia tattica viene nascosta dalla tecnica e dalla velocità. Montella, nel suo 4-3-3, vedrebbe bene l'esterno romano, dunque la sua cessione sembrerebbe essere stata bloccata in attesa di un confronto tra l'ex areoplanino ed il giocatore. Su di lui c'è sempre il Torino, che ormai da gennaio ci pensa con Ventura vero e proprio sponsor del ragazzo che ha avuto a Pisa qualche anno fa.

In questo momento, dunque, il futuro dei due sembra diverso. Mentre Vargas andrà quasi sicuramente via, Cerci resta una vera incognita, un giocatore che divide non solo i tifosi ma anche addetti ai lavori, allenatori e ds. Una cosa è certa, a venticinque anni, Cerci deve ancora compiere la decisiva maturazione e venderlo adesso potrebbe significare pericolo di vederlo esplodere con un'altra maglia. I rimpianti a quel punto non si calcolerebbero. Ecco che allora aspettare sembra la decisione migliore, sperando che l'esterno riesca finalmente a compiere quel decisivo gradino verso la completa maturazione.