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ECCO LA NOTTE MAGICA: È NATA LA FIORENTINA DI PALLADINO

di Pietro Lazzerini

Nella notte magica chiamata alla vigilia da Raffaele Palladino è finalmente nata la sua Fiorentina. Non solo per la vittoria, ma per un atteggiamento che finalmente la squadra viola è riuscita a mettere in campo fin da subito, superando diversi ostacoli, cominciando dal rigore sbagliato da parte di Kean sullo 0-0 e proseguendo con i due rigori fischiati in favore del Milan e parati magistralmente da parte di un De Gea straordinario, tornato ai livelli che lo hanno reso famoso nel mondo. La Fiorentina non si è sgretolata come successo a Bergamo e contro un avversario che sulla carta lotta per altri obiettivi non ha demeritato e ha esclamato in faccia al campionato: "Ci sono anche io!". 

La lettura di Palladino - Il tecnico viola, espulso per eccesso di foga contro un arbitraggio cinguettante, ha studiato a fondo come ingabbiare le nuove idee tattiche di Fonseca. Riuscendoci per larghi tratti. Questo significa prima di tutto che la squadra, dopo le chiacchiere degli ultimi giorni, è chiaramente al fianco della propria guida. E non è poco di questi tempi. Palladino si potrà permettere di mollare qualche ora prima di ributtarsi nello studio del prossimo avversario, ovvero il Lecce. Poco però, perché facendo gli scongiuri, si sa che una rondine non fa primavera e dunque servirà una conferma subito alla ripresa in Salento. 

Top player - La vittoria arriva grazie ai top player della Fiorentina. De Gea è da 10 in pagella e non solo per i due rigori parati, che comunque hanno dato due schiaffi al Milan e una grande iniezione di fiducia alla squadra. Gudmundsson intanto ha messo a segno il suo primo gol in movimento dopo i due rigori contro la Lazio, gol che vale tre punti e tanti sorrisi. Una menzione d'onore deve andare a Gosens e Dodo, che in modo diverso hanno dato una spinta in più a questa viola. 

Kean e la leva calcistica del '68 - Non è da questi particolari che si giudica un giocatore, cantava De Gregori. E vale anche per Kean. Perché al di là degli errori, la sua leadership tecnica è evidente. Sbaglia ma non molla mai. È dentro al gioco in ogni azione offensiva della Fiorentina, è il giocatore che è sempre mancato negli ultimi anni. Quindi non ti abbattere Moise, magari il prossimo rigore dovrà lasciarlo ad Albert, ma per tutto il resto è anche lui un top player di questa squadra. 

Date le chiavi ad Adli - Yacine ha guidato il centrocampo di Palladino come nessuno era riuscito a fare in precedenza. La speranza è che finalmente la forma fisica lo possa accompagnare perché fino a che ha retto, è stato l'uomo chiave della Fiorentina di ieri sera. Il gol è una perla e un messaggio chiaro inviato alla sua squadra del cuore, oltre che alla sua ex squadra. Si riparte da qui, dalla difesa con 4 uomini che "basculano" alla Sousa, a un centrocampo che è un po' ad albero di Natale e un po' alla 4-4-2 duro e puro. Si riparte soprattutto da una squadra che ha fatto vedere voglia e grinta come non aveva mai fatto prima. Non è un caso se la miglior Fiorentina di Palladino è quella che ha battuto un Milan in salute.